Se è vero che tutti i sigari finiscono in fumo (e in cenere) è anche vero che non si tratta sempre della stessa cenere e dello stesso fumo.
Per degustazione si intende generalmente un procedimento di valutazione organolettica di un prodotto. Affinché la degustazione possa fornire risultati confrontabili tra loro, anche se eseguita su prodotti diversi in tempi diversi da diversi valutatori, è necessario stabilire i parametri da valutare, le regole per valutare i singoli parametri e la scala di valori da attribuire ad ogni parametro.
Esistono due scuole di pensiero nella degustazione, quella cubana, per la quale il sigaro sa semplicemente di tabacco e quella europea-americana, che invece applica ai sapori riscontrati le stesse analogie che si trovano nella degustazione dei cibi e dei vini. La seconda scuola fornisce descrizioni del sigaro particolarmente approfondite, che mirano a descrivere nei dettagli tutti i sapori percepiti: a tal proposito sono state create schede di degustazione, che forniscono al fumatore uno spunto per una fumata più consapevole.
E’ bene avere una scheda personale di degustazione. Questa azione vi permetterà di rivivere e ricordare le sensazioni provate durante la degustazione.
Nella prima parte potete inserire una serie di informazioni per catalogare il sigaro prescelto: Marca e Nome, Formato, Provenienza, Luogo, Data e Ora di Degustazione. Continuate con un’analisi del colore della capa. Toccando il sigaro potrete scoprire altre caratteristiche, come la sensazione che essa dà toccandola: è secca, vellutata o grassa? La compattezza del corpo si avverte comprimendo il sigaro tra l’indice e il pollice. Se avrete una sensazione di resistenza, significa che il corpo è serrato, a causa di un cattivo arrotolamento (troverete poi che anche il tiraggio sarà difficoltoso), se comprimendo avrete la sensazione che manchi del ripieno, dovrete catalogarlo come molle (anche questo è un difetto di costruzione, infatti questo tipo di sigaro brucerà molto in fretta).
Inizia a questo punto la vera e propria analisi degustativa, dopo aver tagliato la testa del sigaro ed aver effettuato dei tiri a crudo, cioè a sigaro spento. Se chiuderete gli occhi e proverete a concentrarvi sulle sensazioni gustative che ne riceverete, riuscirete a riconoscere alcune note aromatiche : ad esempio, miele, muschio, muffa e via assaporando. Un sigaro si fuma per terzi (molti dicono per quarti): il primo terzo è solitamente leggero e poco incisivo, è importante perché prepara il fumatore ad assaporare il secondo terzo che è quello che rivela il valore del sigaro. L’ultimo terzo è solitamente più forte ma classifica la fumata e la imprime nei nostri ricordi, è come il bacio passionale con cui salutiamo la donna di cui siamo innamorati e come in questo caso spesso alla fine dell’ultimo terzo siamo dispiaciuti e non vorremmo abbandonarlo nel posacenere. Il tiraggio stabilisce la resistenza offerta dal sigaro all’aspirazione: è corretto, troppo aperto o faticoso.
Con il termine combustione si indica invece il modo in cui brucia il sigaro: corretta, se il piede brucia in maniera uniforme, irregolare, se brucia lateralmente o solo all’interno o all’esterno, oppure difficile, se si spegne spesso. Per equilibrio si intende il giusto bilanciamento tra tutti gli aromi che emergono durante la combustione, per evoluzione si indica invece la gamma di aromi. Per forza la pesantezza della fumata.
Di seguito un link ad una scheda di degustazione della Cigar Association che ci sembra completa http://www.cigarassociation.it/public/scheda.pdf