Terminati i festeggiamenti di Pasqua probabilmente con qualche chilo di troppo, ho deciso oggi di iniziare a parlare di qualcosa di veramente importante per i neofiti: di cosa è fatto il sigaro che fumiamo.
La risposta alla domanda sembra banale ma non è così. Tabacco è il termine generico con cui si fa riferimento ad un genere di piante a foglia corta appartenente alla famiglia delle Solanacee originariamente diffuse nel Nord e Sudamerica (Nicotiana tabacum). Il nome tabacco viene usato anche per parlare delle foglie raccolte ed essiccate di queste piante. Inizialmente si usavano due varietà di tabacco: il Criollo per il ripieno del sigaro, e il Corojo per la capa, cioè la fascia esterna, l’avvolgimento. Il termine “Criollo” indica un tabacco nativo, pertanto il Criollo dominicano è un tabacco ben diverso dal Criollo cubano. Il Criollo cubano, rappresenta la varietà pregiata, quella che meglio ha rappresentato il tabacco cubano nel mondo, il Tabaco Negro Cubano. La varietà Corojo è stata ottenuta dal Criollo per mano di Diego Rodriguez, che negli anni ’30 per primo sviluppò i semi di questa pianta nella fattoria Santa Ines del Corojo, sita nella leggendaria regione della Vuelta Abajo. Il Corojo è stato per molti anni il tabacco usato per il rivestimento esterno dei sigari (capa) grazie alla superiore qualità delle sue foglie, tuttavia negli anni ’90 nel combattere il proliferare alcune malattie del tabacco, come la muffa blu (moho azul), gli agronomi e i genetisti cubani (Eumelio Espino Marrero in testa) ottennero nuove varietà di tabacco usando unicamente ibridizzazione intervarietale e selezione. Le varietà utilizzate attualmente per i sigari si chiamano “Habana 2000”, “Criollo 98”, “Corojo 99” e “Habana 92”, usati sia per la tripa, il ripieno, che per la capa. L’unica differenza è che le piante usate per la capa vengono coltivate in “tapado”, ossìa le coltivazioni vengono coperte con dei teli per attenuarne l’esposizione al sole tra il 27% e il 32%. Le varietà originali Corojo, Criollo e Pelo de Oro sono state praticamente abbandonate a causa della loro scarsa resistenza al Moho Azul (Peronospera tabacina Adam) per cui era richiesto un utilizzo indiscriminato di appositi agenti agrochimici.Il primo prodotto della ricerca contro la muffa blu è stata la varietà Habana 2000. Ampiamente sbandierata dai produttori di sigari durante il “cigar boom” degli anni ’90 è un ibrido tra il Corojo originale e un tabacco da sigaretta conosciuto come Bell 61-10 che, dopo l’entusiasmo iniziale, comincia ad essere abbandonato in favore di altri ibridi, principalmente per problemi di combustione e di fermentazione come lamentato dai produttori. Successivamente sono state prodotte le varietà Criollo ’98 e Corojo ’99, descritte come miglioramenti dell’Habana 2000, secondo alcuni ibridi Cuba/Connecticut. Il Criollo 98 ha una foglia più larga e meno amara dell’Habana 2000, più facile da fermentare produce un gusto più dolce.Si possono modificare entro certi limiti le caratteristiche dimensionali delle foglie (grandezza e spessore) andando a variare la distanza dei filari e l’altezza dei germogli. Il colore maduro viene ottenuto tecnicamente durante il processo di fermentazione delle foglie. Tutte le nuove varietà vengono sottoposte alla Comision Nacional de Degustacion tramite degustazione cieca e, solamente quelle varietà che non vengono individuate tra le tradizionali vengono scelte per la produzione. 
E ora facciamo il punto su un’altra questione molto importante: cosa si intende per “puros”. Per “puros” si intendono tutti i sigari costruiti con tabacco proveniente da un’unica nazione; le foglie del ripieno (tripa), della sottofascia (capote), e della fascia esterna (capa) devono quindi venire da piantagioni di uno stesso paese. I cubani sono quindi effettivamente dei puros essendo tutti costituiti rigorosamente con piloto cubano, ma ci sono anche molti altri illustri esempi di puros provenienti da altre nazioni, che “puristi” del tabacco cubano come noi comunque non fumano.
Se alla fine di questa disamina ci venisse chiesto cosa è la “Vuelta Abajo” i neofiti non saprebbero ancora rispondere ma partendo da un motto di Antonio Reyes: “Sono necessari una terra ed un clima previlegiati, scelti capricciosamente dalla natura; un sapere antico i cui segreti sono andati formando le più profonde radici di tutto un popolo; un lungo e minuzioso processo di coltivazione e lavorazione da parte delle mani più esperte di ogni generazione per creare una vera opera d’arte” andiamo a vedere sulla cartina di cosa si tratta:

A Cuba ci sono cinque regioni del tabacco: Oriente, Remedios, Partidos, Semi Vuelta e Vuelta Abajo. Solo due, Partidos eVuelta Abajo (che si potrebbero definire le Burgundy e Bordeaux cubane), danno vita a un tabacco eccellente degno delle “Grandi Marche” degli Havana. Soltanto Vuelta Abajo, con i suoi unici terra e clima, produce tutte le foglie necessarie per la miscela di un sigaro. È qui che troviamo”La culla degli Avana”. Il termine Vuelta Abajo deriva da una divisione amministrativa ereditata dai tempi delle colonie spagnole e corrispondente alla maggior parte della provincia di Pinar del Rio tra la cordigliera Guaniguanico a nord e la costa meridionale. Il tabacco più pregiato cresce in una zona minuscola nei dintorni dei borghi agricoli di San Juan y Martinez e San Luis, a Sud di Pinar del Rio, vero e proprio tempio del tabacco cubano.
Nella prossima puntata parleremo delle ragioni per le quali il terreno di questa regione si predispone alla coltivazione di piante così pregiate, anche se c’è da dire che la continua ricerca da parte dei coltivatori cubani di nuove aree prima o poi farà mutare questa situazione.
Bibliografia
Paolo Trevisani – Eumelio Espino Marrero Hombre Habanos 2005 – Sigari! 02/2005
Mark Bernardo – A tale of Two Seeds – Smoke Magazine Online
Dr. Santos Busto Dios – From the seed to smoke, dark tobacco in Pinar del Rio – Guerrillero