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JJ Lopez Freire e la sua Lectio Magistralis a Roma

Per la prima volta a Roma, grazie al sostegno della CCA, il Cigar Club 06 il 21 Settembre 2009 ore 20.30 presso Grand Hotel Savoy ( Via Veneto) ha avuto l’onore di ospitare Mr Juan José Lopez Freire, Vice-Direttore dell’Istituto di Investigazione sul Tabacco Cubano uno dei maggiori esperti del mondo del tabacco di fama mondiale.

7Finalmente in una città difficile come Roma si riesce a strutturare qualcosa di importante per la diffusione della cultura cubana.

Questa volta la passione, allo stato purissimo,  ha ingranato la 7 marcia, in meno di 24h siamo riusciti a creare un Evento, direi anzi l’Evento svoltosi nella bellissima Sala Barberini con la “Lectio Magistralis sulla Evaluciòn Sensorial” di JJ.

Ho ancora impressa negli occhi la felicità delle persone accorse che ringraziavano JJ per la cortesia e la disponibilità dimostrata, per le risposte ai tanti quesiti posti, sembravamo esser tornati a scuola.
La lezione di JJ è stata a dir poco sublime, sul tavolo la bandiera Cubana e Italiana unite a simboleggiare che anche se i km dividono la passione unisce.

La traduttrice eccezionale, fin da subito ha avuto la sensazione per esperienza che JJ fosse molto a suo agio, l’ha definito “uno di Voi” ed è rimasta sbalordita di come e quanto i sigari possano unire così due Nazioni.

JJ ci ringrazia per l’ospitalità e per il calore che gli stiamo dando in Italia e che garantiremo fino alla sua partenza di giovedì, ma gli ho spiegato che non si deve meravigliare questa è l’Italia, questo soprattutto è lo spirito di CCA che ci accumuna tutti e siamo noi che lo ringraziamo per la possibilità che ci ha dato di ascoltarlo. Un doppio ringraziamento doveroso alla CCA, per il sostegno e per aver colto il desiderio di JJ di vedere Roma.

20La serata è poi seguita in allegria e spensieratezza nella terrazza del Grand Hotel definita da JJ la terrazza che abbraccia Roma, la terrazza delle meraviglie, lì durante la cena abbiamo potuto degustare Bolivar ED 2009…. apprezzatissimo da JJ che ne ha fumati ben 3!!!”

Alessandro Fidenzi
Presidente Cigar Club 06

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Due ospiti imponenti…

Organizzazione perfetta. Location un suntuoso patio in riva al mare, un grill pronto ad arrostire eccellenti tagli di carne, gli invitati tutti eleganti. Tra gli ospiti anche due nuovi puros imponenti. L’evento il compleanno di Vincenzo.

I due ospiti imponenti sono stati  due Montecristo Open Eagle. Tutto ha inizio dopo una ricca cena a base di carne e di un ottimo vino rosso. Apro la scatola ed estraggo i due sigari. Qualche giorno prima avevo pensato che il compleanno del mio migliore amico sarebbe stato l’occasione giusta per provare questo habano, nuovo entrato nel listino dei puros cubani importati in Italia.

EagleDimensioni notevoli e cepo importante: (vitola geniales) con una lunghezza di 150 mm, Cepo 54. Costruzione ineccepibile, fascia colorado stesa ad arte,  forte e di impatto la profumazione a crudo, che ricorda il cioccolato amaro,doppia anillas.
Il sigaro, nonostante giovane, si presenta pronto per essere fumato, sicuramente consigliabile, però, affinarlo in humidor per ottenere la giusta scomposizione degli aromi.

Per un sigaro così giovane ci aspettavamo una partenza potente, ma così non è stato. Dopo pochi puff si percepiva un aroma di media intensità con sentori di  cedro, gentile e cremoso. Non abbiamo riconosciuto, sia io che Vincenzo, cambiamenti importanti tra il primo ed il secondo terzo. Verso la fine della fumata il sigaro aumenta la sua forza senza mai diventare prepotente, e prevale un aroma di tipo legnoso. Forse ci aspettavamo una miscela con un’ evoluzione più complessa da un sigaro così “imponente”, ma sicuramente abbiamo apprezzato la “semplicità”, la discrezione  e la perfezione manifatturiera di questo sigaro che ci ricorda i campi da golf (vedi Golf and Cigars).

I migliori auguri per un futuro luminoso, trapunto di stelle, in un oceano di serenità caro amico mio.

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Ogni volta…è la prima volta

Quando degustiamo un puro lasciamo che il fumo prodotto dalla sua combustione entri in contatto con in nostri sensi, in particolare il gusto e l’olfatto. Ma di cosa si tratta?

All’inizio della sua storia evolutiva, l’uomo “conosceva” il mondo soprattutto attraverso l’olfatto, mentre la vista e l’udito non erano ancora così importanti. Il gusto e l’olfatto non erano due sensi distinti, ma facevano parte dello stesso tipo di apparato. Soltanto in seguito iniziarono a suddividersi in due tipi di percezione diversi, relativi a zone distinte del nostro corpo e tuttavia ancora oggi interdipendenti: il funzionamento di gusto e olfatto,  insieme, produce infatti una specie di effetto stereo ed è per questo che, quando siamo raffreddati, sentiamo meno anche i sapori.

L’olfatto appartiene quindi al nostro “io” più antico, alla parte animale, istintuale ed emotiva del nostro essere. Una lunga serie di espressioni presenti nel nostro linguaggio ne sottolinea l’importanza. Possiamo infatti “fiutare” o “rifiutare” le persone e le cose, “annusare qualcosa che non va”, o “sentire puzza di bruciato”, “aver buon fiuto”, “buon naso per gli affari”, o “annusare una truffa”. E secondo alcuni studi psicologici anche le nostre scelte nei confronti delle altre persone sono influenzate dall’odore.

Il mondo dei sentimenti e delle emozioni e il senso dell’olfatto sono determinati e sviluppati nella stessa regione del nostro cervello, regione che si è formata molto precocemente nella razza umana ed è pertanto logico e ormai acquisito il fatto che gli odori e le fragranze abbiano influenza diretta sullo stato d’animo e sulla psicologia degli esseri umani.
Tutti noi sappiamo quanto possono essere evocativi i profumi: il ricordo di un avvenimento, di un’atmosfera, di un luogo o di una persona resta spesso legato a un particolare odore. L’olfatto è quindi il senso della memoria. nasofumanteSeguendo una scia odorosa si può viaggiare nel tempo, rievocando emozioni, sensazioni ed esperienze vissute in momenti e in luoghi lontani.

Basta un soffio di profumo nell’aria per riportarci indietro al tempo della nostra infanzia o in luoghi lontani, che abbiamo conosciuto.

A confronto con la straordinaria sensibilità e motilità della lingua, il senso del gusto sembra quasi poco sviluppato. In effetti esso non fa altro che distinguere tra dolce (sull’apice), acido, salato e amaro (sui margini o sulla radice della lingua).

Analizziamo ora ciò che stimola i nostri sensi quando fumiamo un sigaro. Il fumo di tabacco è una miscela eterogenea di sostanze gassose e corpuscolate originate dal processo di combustione delle foglie. Quando un sigaro viene aspirato, il flusso di gas e vapori ad alta temperatura, prodotti dalla combustione del tabacco, attraversando la massa di foglie interne, produce nella zona immediatamente a valle del braciere, un insieme di reazioni di decomposizione delle molecole complesse che formano il materiale vegetale e di sintesi di nuove molecole che collettivamente costituiscono il fumo.

Da cosa sono determinati l’odore e il sapore di un puro? Sono infiniti gli elementi che entrano in gioco. Dalla miscela di tabacchi, dal calibro del sigaro, dalla lunghezza. Anche la forza con cui avviene l’aspirazione, variando la temperatura di combustione, modifica la composizione del fumo, per cui lo stesso sigaro può dare origine a sostanze diverse a seconda del modo in cui viene fumato.

Aggiungiamo inoltre che oltre alle variazioni che esistono nella composizione delle foglie di tabacco prodotte nella stessa località in periodi differenti, esiste una variabilità nella composizione di sigari prodotti dallo stesso torcedor nella stessa giornata, per un’imprecisione intrinseca della manifattura manuale. Anche sigari della stessa scatola, per sottili differenze nella composizione del tabacco, per differenti tempi di maturazione (fermentazione), per differenti condizioni di conservazione (temperatura/umidità etc.), per i differenti stati emotivi in cui vengono fumati. In questo mix complesso di fragranze potremmo aggiungere gli odori ambientali e i cibi o le bevande che stiamo associando al nostro puro.

In sintesi, ogni sigaro fumato nella nostra vita sarà un’esperienza unica. Ricordiamoci dunque di provare e riprovare i sigari avana anche quando la prima volta non ci sono piaciuti particolarmente, senza pregiudizi, con la mente libera.

Gli uomini non sono saggi in proporzione tanto all’esperienza quanto alla loro capacità di fare esperienza. George Bernard Shaw

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Donne con i sigari

La top-model Linda Evangelista dichiara orgogliosa di non poterne fare a meno. L’attrice Ellen Barkin si fa fotografare mentre lo appoggia, provocante, fra le labbra. L’oggetto di tanta bramosia non è un gioiello né un succulento cibo esotico. È il sigaro.Sembra questa infatti la nuova passione di molte donne fumatrici. donna cubanaDimenticate le troppo scontate sigarette, pare che ultimamente le signore abbiano scelto di dedicarsi a piaceri più consistenti e meno consueti. Se fumare è un peccato mortale (in tutti i sensi), tanto vale goderselo fino in fondo: devono aver pensato così le fumatrici americane, ormai da tempo ghettizzate insieme con i loro colleghi uomini a causa delle imperanti manie salutiste di fine millennio. Relegate in ristorantini o in club privati, additate dall’opinione pubblica perché dedite al vizio più imperdonabile che esista, le fumatrici sembrano aver deciso che la sigaretta non valesse tanta pena; eccole quindi crogiolarsi nel lento rito del taglio e dell’accensione di un sigaro, aspirarne compiaciute l’aroma, godersene i rivoli di fumo. Proprio negli Stati Uniti si è avvertito negli ultimi tempi un accresciuto consumo di sigari e si è scoperto che gli acquirenti non erano signori snob o anziani cultori del fumo “pesante” ma donne di tutte le età e di ogni estrazione sociale. “Dei sigari mi piace l’odore, il sapore, la gestualità. Mi aiutano a rilassarmi e da quando Nicole Kidman mi ha regalato un umidificatore da viaggio, me li porto anche sul set” ha affermato Demi Moore dopo essere apparsa, con sigaro in mano e aria di sfida, sulla copertina della rivista specializzata “Cigar”. Con lei hanno dichiarato di essere amanti del sigaro altre star di Hollywood, sono uscite allo scoperto attrici comeWhoopy Goldberg e Sharon Stone. Certo, dopo l’affaire Monica Lewinsky è nato un po’ di imbarazzo: se infatti in alcune città si è registrato un aumento delle vendite di sigari pari al 230%, molte fumatrici d.o.c. si sono dichiarate infastidite dalla “pubblicità” involontaria fatta al loro oggetto di piacere.

Il fenomeno delle donne col sigaro non ha però subìto eccessivi contraccolpi e non ha tardato ad estendersi anche in Europa dove recentemente sta divenendo una vera e propria moda. In Italia le donne fumatrici di sigaro sono ancora poche, ma il loro numero è decisamente cresciuto nel corso dell’ultimo anno: a Roma e a Milano i tabaccai ne testimoniano un aumento del 500%.

Secondo i tabaccai, alcune fumatrici si sono interessate ai sigari all’epoca dell’ultimo rincaro sul prezzo delle sigarette. Ora, invece, molte sono spinte a provare un Davidoff o un Avana per essere à la page.

Che il binomio sigaro – donna sia una delle tendenze di questa fine secolo è indubbio. Ma è veramente una novità vedere una gentile signora aspirare l’aroma di un sigaro?

Analizzando la storia di questo particolare oggetto sembrerebbe proprio di no. All’inizio del XVIII secolo, recatosi in Costa Rica, l’inglese John Cockburn osservava: “Questi gentiluomini ci hanno donato dei sigarri: si tratta di foglie di tabacco arrotolate in modo tale da servire sia come pipa che come tabacco. Ne sono appassionati sia gli uomini che le donne”.

E fu per una donna che venne introdotto il tipico anello che avvolge ogni sigaro che si rispetti. Pare infatti che il primo fosse realizzato per proteggere dalle antipatiche macchie di tabacco le regali dita di Caterina La Grande di Russia (1729-1796): all’epoca era in finissima seta, oggi è di ben più modesta fattura e serve soprattutto ad identificare la marca.

Trittico

Grandi scrittrici come Gertrude Stein, Amy Lowell e Colette decantarono le virtù del sigaro. Ne fumava ben sette al giorno la trasgressiva George Sand (1804-1876) che ebbe a dichiarare: “Un sigaro attenua il dolore e riempie le ore di solitudine con un milione di immagini leggiadre”. E gli esempi, più o meno illustri, potrebbero continuare.

ISTRUZIONI PER L’USO        Il primo passo è trovare il proprio “compagno”. A questo riguardo Joel Sherman, figlio del leggendario mercante di sigari Nat, diceva: “Quando si tratta di scegliere un sigaro, c’è un solo esperto e siete voi”. Il nostro consiglio è di recarvi in una tabaccheria ben fornita: di solito quelle del centro offrono in media circa sette marche in più rispetto a quelle della periferia.

Al riguardo per le fumatrici romane c’è un link molto interessante.

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Il Romantico Fumatore

91 Rad CigarLa pazienza, la meticolosità e l’estrema attenzione del fumatore di sigari è proverbiale. Talvolta viene da considerarla l’essenza stessa della fumata.

Immaginate di essere in un luogo in cui tutto, i colori, la sazietà, il tepore fantastico del pomeriggio, la verdeggiante Valle di Viñales, la rilassatezza al limite della paralisi, chiama a gran voce la compagnia di un buon sigaro; ecco, inesorabili, a fine pranzo spuntare tre stupendi “Cannoni” procurati in chissà quale negozietto dell’Avana.

Come un sol uomo, estratto l’oggetto del piacere con gesto calmo, virile ed apparentemente distaccato, osservatane estatici la fattura pregevole e la capa liscia, annusatolo per benino, attentamente asportatane l’estremità arrotondata (io a dire la verità mi stavo fumando un “Piramide”, per nulla arrotondato, ma cascasse il cielo se mi ricordo come si chiama ‘sta càspita di “imboccatura” del sigaro), si inizia l’accensione, preceduta da un lento ed accurato riscaldamento. È una convenzione non scritta: tanto più piacevole è il contesto, tanto più certosina è la procedura di “warm up”.

Ed è stato in questo momento, nella atmosfera sospesa di quell’ambiente favorevole, che una cara amica, rompendo il silenzio fatato che accompagna l’intervento, disse: “Yo quisiera ser tratada como un puro!”, così significando il desiderio, proprio di qualsiasi donna, di ricevere dal proprio uomo una quantità di attenzioni, sguardi, dolci carezze e tiepidi bacetti, prima di un soddisfacente, duraturo, rapporto. “Come vorrei, certe volte essere trattata come un Sigaro”.

Com’è vero! Noi fumatori, un po’ romantici, un po’ sognatori, dedichiamo grandi attenzioni alle nostre “creature” e senza volerlo certe volte simuliamo un po’ l’atto sessuale. Ma d’altra parte molti di noi si premurano di dedicare le stesse attenzioni alle nostre compagne anche se talvolta senza che ciò ci sia riconosciuto. Io stesso mi sento di non aver mai fatto torto a nessuna, tant’è vero che ho risposto: “Ma amore, più di una volta ho cercato di darti fuoco, ma non mi hai dato l’impressione di esserne molto entusiasta!”. Pazienza, non sempre le buone intenzioni vengono premiate … (Dario Nulli)

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Questo proprio non ci piace…

Michael Jordan fuma sigari mentre gioca.

Michael Jordan è un grande campione dello sport. Tanti i giovani che lo ammirano come un esempio da seguire. Ma non la pensa così l’American Cancer Society che punta il dito contro un vizio del campione di pallacanestro: il fumo.43be93f8bdc327a0f9418b8d82804947_Jordansoftball La polemica riguarda proprio il suo vizio di fumare in pubblico quando gioca. Che Michael Jordan amasse fumare, era cosa risaputa. Il cestista americano ama farsi immortalare mentre è intento a fumare un sigaro. E questo ha fatto infuriare la American Cancer Society, l’associazione statunitense che lotta contro il cancro. La critica riguarda soprattutto un’immagine che sta circolando in rete e che mostra Michael Jordan mentre gioca a baseball. E fuma un sigaro. “Quando atleti di alto profilo mostrano in pubblico le abitudini dannose per la salute possono fuorviare i giovani che emulano tale comportamento“. Dobbiamo ricordare che i fumatori di sigari e pipa sono comunque ad alto rischio di sviluppare malattie tabacco correlate, incluse diverse forme di cancro. Sebbene per alcune di queste patologie il rischio sia minore rispetto ai fumatori di sigarette, in quanto legato alla tendenza dei fumatori di sigaro e pipa a non aspirare il fumo.

Il rischio di contrarre tali patologie aumenta con la quantità di tabacco fumata al giorno ed è maggiore nei fumatori di sigari che inalano il fumo. Questi ultimi presentano un rischio di sviluppare patologie molto simile a quello dei fumatori di sigarette.

Come ha scritto circa 200 anni prima della nascita di Cristo Yeshua ben Sira  nel libro del Siracide “In tutte le azioni sii moderato e nessuna malattia ti coglierà.”

Anche se ben sappiamo che come diceva Sant’Agostino “L’astinenza perfetta è più facile della perfetta moderazione” e noi aggiungiamo per le persone deboli. 

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El bicho

Quando si possiede un umidificatore con una certa quantità di sigari, è bene controllare, con una certa frequenza la temperatura, all’interno dell’humidor, e quindi le condizioni dei sigari. Se i sigari presentano dei forellini con un diametro superiore al millimetro, molto probabilmente, sono stati attaccati dal lasioderma del tabacco detto comunemente bicho. Lasioderma-serricorneIl tanto odiato bicho, Lasioderma serricone, è un coleotterino, di colore brunastro (2/3 mm) che attacca le più disparate sostanze conservate: frutta secca, farina, spezie, tessuti, semi di varie piante ed è particolarmente dannoso quando vive a spese del tabacco, lavorato o grezzo. Le larve scavano gallerie di sezione circolare nei materiali attaccati. Si possono intravedere buchi nel rivestimento o canali lungo l’esterno del sigaro. Prevenire la comparsa dei tarli del tabacco è molto difficile dal momento che le larve di tarlo sono presenti sulle foglie di tabacco ancor prima della fabbricazione del sigaro. Sebbene già da diversi anni i produttori di sigari tentino in tutti i modi di eliminare il tarlo avvalendosi di pesticidi e metodi naturali, è ancora possibile riscontrare la presenza di larve di tarlo in alcuni sigari. Le larve restano in letargo e non sono visibili finché non diventano attive ed iniziano a divorare le foglie del sigaro. Esporre i propri sigari a una temperatura di 26 gradi e ad una percentuale di UR pari a 70% per un periodo di tempo esteso crea le condizioni ideali perché le larve si schiudano. Una volta schiuse, le larve possono raggiungere 3 volte le dimensioni originarie. Come si può rispondere all’attacco dei tarli? cigar-beetleBisogna svuotare completamente l’humidor, pulirlo accuratamente con un panno asciutto e passare accuratamente una aspirapolvere. I sigari apparentemente integri e realizzati completamente a mano devono essere battuti delicatamente su un piano rigido:se vengono via dal piede dei pezzettini di foglia significa che il bicho è passato dal piede e non ha forato la capa, quindi si isolano insieme a quelli forati e devono essere eliminati. Prendete tutti i sigari e metteteli in contenitori ermetici per mantenere invariata la percentuale di umidità. Conservateli nel freezer per 48 ore e poi lasciateli a temperatura ambiente, sempre chiusi nel contenitore ermetico. Una volta riportati a normale temperatura è possibile reinserirli nell’umidificatore. Nelle migliori condizioni il ciclo si conclude in poco più di un mese, diversamente può compiersi in un periodo più lungo.

Per catturare il bicho prima che attacchi il tabacco, e quindi i sigari, esiste una trappola che ha al suo interno, su una pellicola adesiva, un erogatore di ferormone che attira il bicho. La trappola può essere posta sia all’interno dell’humidor che nelle vicinanze dello stesso.

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Una nota di colore

La foglia più esterna di un sigaro, la capa è come il vestito che avvolge una bellissima donna. Deve essere bello senza macchie, imperfezioni, difetti: il colore deve essere uniforme dalla cima al fondo. Una capa perfetta conferisce al sigaro un valore estetico. Attraverso la sua ispezione i fumatori giudicano la qualità dell’avana.
La foglia da capa deve essere sottile, liscia e senza grosse venature.
Innanzitutto va smentita l’idea che più il sigaro è scuro, più è forte. La capa, che determina il colore, influenza il gusto solo per il 5 – 7%. La finezza della capa non può avere la meglio sul ripieno. Detto questo, la gamma cromatica dei sigari ha una quantità di sfumature pressoché infinita. Esiste comunque una categorizzazione che li divide in 7 colorazioni: Clarisimo, Claro,Colorado Claro, Colorado, Colorado Maduro, Maduro, Oscuro. colorazioni1Un ulteriore lavoro importante viene fatto dagli Escogedor che dividono ulteriormente i sigari dello stesso tipo in una gamma di sei gradazioni all’interno della stessa tonalità, in modo tale che i sigari della stessa scatola abbiano esattamente la stessa colorazione.
A volte ispezionando i sigari risultano evidenti delle piccole macchioline verdi dette più tecnicamente imperfezioni cromatiche. Sono dovute ad un processo di cura delle foglie di tabacco anomalo. Il processo di cura del tabacco dura solitamente da 40 a 50 giorni. Fino a quando il processo di cura non è terminato le foglie non si devono e non possono essere bagnate. Durante il processo di cura le foglie perdono il colore originario verde. Alle volte può capitare che per fattori ambientali o per una certa premura il processo di cura viene completato un po’ prima ed allora avremo qualche macchiolina verde. La presenza di queste imperfezioni non compromette comunque alcun aspetto legato all’organolettica del sigaro. Da un po’ di tempo a questa parte il processo di cura avviene artificialmente (non per tutta la produzione) in ambienti a temperatura ed umidità controllati.

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Tu mi fai girar, tu mi fai girar come fossi un avana…

 

Quando infatti, invitato da parenti, bevvi senza pensarci dopo pranzo una tazza di caffè nero e fumai un sigaro avana, fui colto all’improvviso da vertigini e da batticuore. Il mio corpo ed i miei nervi, dopo tanti mesi di surrogati, non erano più resistenti al caffè ed al tabacco genuino; anche il fisico doveva, dopo essere andato contro natura per la guerra, riadattarsi alla naturalezza della pace. Da «Il mondo di ieri. Ricordi di un Europeo», Milano 1979, pp. 205 ss.

 

Cosa gli è successo. Gli è successo quello che succede un po’ a tutti noi quando fumiamo sigari e siamo ancora dei neofiti. Oppure, quando, amatori, ma non esperti, fumiamo avidamente nel tentativo di bruciare fino all’ultimo millimetro il nostro puros in un momento in cui abbiamo poco tempo per terminare il rito del “fumo lento”. Ed è quello che è successo al nostro amico Cicco dopo un magnifico pranzo a Sorrento al Ristorante “zì Antonio” in una soleggiata giornata di inizio primavera, quando l’incontro tra una bottiglia di ottimo limoncello e un “Siglo I” di Cohiba gli è risultata fatale. ciccoLa nicotina è un composto organico, un alcaloide naturalmente presente nella pianta del tabacco. Sebbene si trovi in tutte le parti della pianta, è particolarmente concentrata nelle foglie, di cui costituisce circa lo 0.3 – 5% del peso secco. In piccole dosi, la nicotina ha un effetto stimolante; aumenta l’attività, l’attenzione e la memoria. Aumenta inoltre il battito cardiaco, la pressione sanguigna e riduce l’appetito. In dosi elevate provoca nausea e vomito. Oltre a ciò, la nicotina aumenta il livello di dopamina nei circuiti cerebrali del piacere. Studi hanno dimostrato che il fumo di tabacco inibisce la monoammina ossidasi (MAO), responsabile della degradazione nel cervello dei neurotrasmettitori monoamminergici, tra cui la dopamina e questo genera una sensazione di piacere.

Un altro elemento importante, che può modificare gli effetti del nostro puros sull’organismo sono le microfermentazioni. Durante i periodi caldi od in presenza di temperature superiori ai 23°C all’interno dei box/cabinet si scateneranno delle microfermentazioni dovute al calore ed al tasso di umidità dei sigari. Quanto più alti saranno i tassi di umidità e calore, tanto più violente saranno le microfermentazioni che rilasceranno ammoniaca. L’ammoniaca è altamente volatile ed in presenza di buona ventilazione abbandonerà i sigari in un periodo che varia tra gli 8 mesi ed i 3 anni. L’ammoniaca copre gli aromi ed i sapori del tabacco e se presente in eccesso può dare malessere. Come ci si deve regolare. Una polverina bianca è il risultato della microfermentazione subita dal sigaro. Se passando delicatamente le dita notate che va via immediatamente ed è quindi secca, la microfermentazione è ultimata. Se in caso contrario la troverete umida e in qualche modo aderente alla capa, significa che la microfermentazione è ancora in atto. Non fumate il sigaro durante questo periodo aspettate almeno 10 giorni e riprovate. Il sigaro si sta “legando”armonizzandosi e sta maturando. Meraviglioso.

In sintesi: fumiamo lentamente, mai avidamente, in questo modo i livelli di nicotina nel sangue non saranno mai tanto elevati da dare un capogiro. Nove mesi di affinamento per i sigari con poco ligero, denominati soavi ed un minimo di dodici mesi per i sigari forti e corposi. I tempi che ho indicato sono tempi minimi. In questo modo eviteremo la presenza di ammoniaca tra le foglie del nostro avana.

E non ultimo, i neofiti dovrebbero iniziare fumando sigari leggeri e in formati medi o piccoli in modo da permettere all’organismo un adattamento.

Se non vengono rispettate queste semplici regole, l’incontro fatale con un puros potrebbe interrompere una carriera di fumatore prima ancora che sia iniziata, come è successo al nostro amico qualche tempo fa.

Questo articolo lo voglio dedicare a Valeria e a Giada le figlie, ormai accertate ecograficamente, dei miei due amici di fumata, con la certezza che, belle come il sole dell’Avana, faranno girare la testa a tutti gli uomini che le vedranno passare, come il più suntuoso dei sigari della Vuelta Abajo in barba a quei gelosoni dei papà. Auguri ragazzi! 

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Al nostro Alessandro!!

 

Sono passati sette giorni dalla nascita del mio secondo figlio Alessandro. Questo breve resoconto lo dedico a lui, augurandogli un giorno di poter condividere con me e con i miei amici più cari la passione per questi magnifici prodotti dell’isola più grande dei Caraibi.

Quando nominiamo Alejandro Robaina  nominiamo l’essenza più intima del tabacco cubano. Diretto discendente di una famiglia di coltivatori, che nel 1845 si fermarono a Cuchilla de Barbacoa nella zona di San Luis nella Vuelta Abajo, è il veguero più famoso di Cuba. Nella regione da dove proviene il miglior tabacco del mondo lui, ormai novantenne, lavora ancora e dalla sua finca, escono le migliori foglie da capa di Cuba. Perfette, delicate ed eleganti sono il vestito della festa di molti dei migliori habanos. Il suo volto è segnato dal sole come un marinaio, dalla sua espressione trapela la saggezza di un coltivatore dedicato anima e corpo al tabacco dall’infanzia. alejandro-robaina
Don Alejandro Robaina Pereda è un uomo felice e attivo, un cubano molto speciale che, senza mai studiare diplomazia, è una sorta di ambasciatore per il sigaro cubano. Dal 1998, le perfette foglie di capa da lui prodotte, vestono anche i sigari che, primo caso per un cubano vivente, portano il suo nome. Nonostante tanta gloria Don Alejandro conserva una disponibilità ed una simpatia straordinarie e accoglie con affetto chiunque vada a trovarlo  intrattenendosi a chiacchierare come un vecchio amico.

 

Vegas Robaina DON ALEJANDRO
Lunghezza: 194 mm
Ring Gauge: 49
Vitola: Prominentes

L’imponente formato di questo sigaro potrebbe scoraggiare il fumatore non esperto. Invece, sfidando dimensioni e prezzo, tutti dovrebbero provarlo. Lineare, non complessa l’evoluzione (paragonato a giganti di altre marche). Perfetto oltre che nell’aspetto della capa, di un setoso colorado claro, anche per la regolarissima combustione e per il facile tiraggio.vegasrobaina1
Alla forza contenuta del primo terzo prima ancora di raggiungere il centro del corpo, segue la morbidezza del cioccolato cremoso compensata da sfumature di noci tostate, ma subito di nuovo accentuata dalla dolcezza della melassa. E così si continua, senza sussulti, fino alla fine delle circa due ore di fumata. Quando lo abbiamo fumato più di un anno fa, non era un esemplare perfetto e non tirava regolarmente. Ci auguriamo presto di tornare a fumare questo prodotto della saggezza di Don Alejandro…magari insieme a lui.

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