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E adesso siamo tutti papà…

Una settimana fa è nata Valeria. E’ bella, è dolce ed è buona.  AUGURI DI TUTTO CUORE AI NOSTRI AMICI VINCENZO E VIRGINIA. Valeria chiude meravigliosamente questo 2009. La cicogna ha visitato la nostra redazione per tre volte. Vogliamo salutare Valeria con queste parole…che siano un augurio per lei e uno spunto di riflessione per tutti noi.

Cosa hai sentito finora del mondo attraverso l’acqua e la pelle tesa della pancia di mamma? Cosa ti hanno detto le tue orecchie imperfette delle nostre paure? Riusciremo a volerti senza pretendere, a guardarti senza riempire il tuo spazio di parole, inviti, divieti? Riusciremo ad accorgerci di te anche dai tuoi silenzi, a rispettare la tua crescita senza gravarla di sensi di colpa e di affanni? Riusciremo a stringerti senza che il nostro contatto sia richiesta spasmodica o ricatto d’affetto?

Vorrei che i tuoi Natali non fossero colmi di doni – segnali a volte sfacciati delle nostre assenze – ma di attenzioni. Vorrei che 40238ggli adulti che incontrerai fossero capaci di autorevolezza, fermi e coerenti: qualità dei piú saggi. La coerenza, mi piacerebbe per te. E la consapevolezza che nel mondo in cui verrai esistono oltre alle regole relazioni e che le une non sono meno necessarie delle altre, ma facce di una stessa luna presente.

Mi piacerebbe che qualcuno ti insegnasse a inseguire le emozioni come gli aquiloni fanno con le brezze piú impreviste e spudorate; tutte, anche quelle che sanno di dolore. Mi piacerebbe che ti dicessero che la vita comprende la morte. Perché il dolore non è solo vuota perdita ma affettività, acquisizione oltre che sottrazione. La morte è un testimone che i migliori di noi lasciano ad altri nella convinzione che se ne possano giovare: cosí nasce il ricordo, la memoria piú bella che è storia della nostra stessa identità.

Mi piacerebbe che qualcuno ti insegnasse a stare da sola, ti salverebbe la vita. Non dovrai rincorrere la mediocrità per riempire vuoti, né pietire uno sguardo o un’ora d’amore.

Impara a creare la vita dentro la tua vita e a riempirla di fantasia.

Adora la tua inquietudine finché avrai forze e sorrisi, cerca di usarla per contaminare gli altri, soprattutto i più pavidi e vulnerabili. Dona loro il tuo vento intrepido, ascolta il loro silenzio con curiosità, rispetta anche la loro paura eccessiva.

Mi piacerebbe che la persona che piú ti amerà possa amare il tuo congedo come un marinaio che vede la sua vecchia barca allontanarsi e galleggiare sapiente lungo la linea dell’orizzonte. E tu allora porterai quell’amore sempre con te, nascosto nella tua tasca piú intima.” Dall’introduzione al libro di Crepet  “Non siamo capaci di ascoltarli”

Per la piccola Valeria, domani, accenderemo un sigaro pregiato, sarà il nostro modo di augurarle tanta fortuna e tanta felicità.

Benvenuta tra noi…Paolo, Eleonora, Giulia, Alessandro, Floriano, Ilaria e Giada.

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ROMEO Y JULIETA ESCUDOS

La Marcia Imperiale della colonna sonora del film Star Wars mi coglie all’improvviso. Qualcuno mi sta chiamando sul cellulare. Rispondo. Un signorina tedesca, che parla perfettamente italiano, dice che sta organizzando una cena  per i suoi clienti arabi in visita a Roma e che per l’occasione sta cercando un esperto in sigari cubani. Mi chiede se sono disponibile. Lo sono.
Prendo accordi sulla data, su come si svilupperà la serata  e chiudo il telefono.
Due settimane dopo, alle ventidue circa, arrivo a Villa Aurelia, luogo dove si sta svolgendo la cena di gala.
Parcheggio accanto al cancello della villa e subito una guardia privata mi dice che non posso sostare.
Guardo bene intorno e non vedo segnali di divieto di sosta,quindi rispondo che da li non mi muovo.
La guardia privata, facendo assumere al volto un’espressione degna del  Ridge Forrester dei tempi migliori, mi ripete che devo muovermi da li. Rispondo col  sorriso ebete delle grandi occasioni, che non ne vedo il motivo, considerato anche il fatto che la zona limitrofa è piena di auto blu parcheggiate in doppia e terza fila.
Lui candidamente, mi dice che sono le auto della sicurezza. Ed io gli rispondo che sono un ospite della serata, quindi come  tale avrei più diritto di loro di stare parcheggiato in quel posto.
Poi rifletto con calma. Ho indossato il vestito bello della domenica, sono dieci anni che ho smesso di fare karate, la guardia giurata è il doppio di me. Con la diplomazia che mi contraddistingue, gli dico che per stavolta sposto la macchina.
Dopo dieci minuti sono al cancello dove trovo la stessa guardia giurata che mi fa i salamelecchi e mi mostra la strada per raggiungere gli invitati.
Incontro la signorina tedesca che mi mostra lo humidor pieno di sigari. Mi comunica che dovrò stare li, al suo fianco (a quello dello humidor no a quello della signorina, si intende) e rispondere alle domande che gli invitati arabi mi faranno in lingua inglese, sui sigari cubani. Non chiedo di meglio, le dico.
Apro lo humidor e vedo che la signorina non ha seguito le mie istruzioni; i sigari sono un po’ secchi. Chiedo ad un cameriere un bicchiere di acqua e lui risponde liscia o gassata. Di rubinetto, è per i sigari replico.
Lui mi guarda come se avesse visto Darth Vader (il cavaliere nero di Star Wars) vestito da ballerina classica e mi porge il bicchiere.
Versata l’acqua nell’umidificatore, mi sento sollevato. Finalmente mi guardo intorno. La villa è fantastica e il salone dove siamo è stato addobbato come una tenda araba. No che io sia stato mai ospite in una tenda nel bel mezzo del deserto, però gli ornamenti che hanno messo mi danno proprio quell’impressione.
Il pavimento è coperto da tappeti enormi e coloratissimi. Tavolini bassi circondati da sedie e cuscini. Pesanti tende calano morbide dal soffitto.
Un nugolo di invitati mi viene incontro. Si è aperta la caccia all’infedele, penso preoccupato. Poi ricordo che mi trovo a cinquanta centimetri dalla scatola che contiene i preziosi sigari, e mi tranquillizzo.
La scatola contiene un bel assortimento di puros; si va dal Partagas serie D n.4, al Montecristo n.2, Cohiba Robusto, Romeo Y Julieta Churchills. I Cohiba vanno a ruba. Il richiamo del nome è sempre forte.
In un quarto d’ora, dei centocinquanta sigari iniziali ne sono rimasti dodici. Guardo con curiosità i fumatori.
Osservo come tagliano il sigaro e come lo accendono. Anche come lo tengono in mano. Su un centinaio di persone, solo tre sono da ritenersi fumatori esperti. Gli altri lo stanno facendo per darsi delle arie. Non sanno che sacrilegio stanno facendo e soprattutto non sanno cosa si perdono.
La situazione si è stabilizzata. Ogni invitato ha un avana acceso in mano. Bene.
Ora è tempo di dar fuoco al mio. Chiedo prima al cameriere di versarmi del rhum. Adesso si che ragioniamo, dice il suo viso.
Romeo_Julieta_Escudos.jpegPrendo dalla tasca interna del vestito la mia purera (portasigari) ed estraggo un magnifico Romeo Y Julieta Escudos, edizione limitata per il 2007. Da un punta di visto estetico è superbo. E’ un gordito di vitola, cioè presenta un cepo di 50 per 141 mm di lunghezza. Un robusto più lungo. Ha la classica foglia scura, madura che fa brillare le due anillas.
Lo accendo con calma e mi sento gli occhi addosso. Sto usando il mio Extend con la sua caratteristica fiamma e impiego un po’ ad accenderlo correttamente. Fatto. Boccate ricche pervadono la mia gola e da subito sento una nota di cioccolata che non è tipica della marca Romeo Y Julieta. Cosi come non è tipica la forza che esprime.
Vagamente mi ricorda la Petit Piramide, un’altra edizione limitata, sempre della stessa marca, uscita anni fa.
Uno dei tre fumatori esperti della serata si avvicina cautamente. Gli faccio un sorriso e lui si presenta. Il nome ahimè non lo ricordo. Sono una frana nel ricordare nomi italiani, figuriamoci quelli arabi. Parliamo un po’ e vengo a sapere che il mio interlocutore ha viaggiato molto per lavoro. Ultimamente è di stanza in India. Conosce molto bene gli avana. I suoi preferiti sono Cohiba Siglo VI e Montecristo Edmundo. Sigari lunghi, soprattutto panciuti, proprio come lui. Mi chiede cosa sto fumando. Glielo dico e gli racconto le mie sensazioni. Si mostra interessato anche se ha delle remore nei confronti di Romeo Y Julieta, li trova leggerini dice.
belly_dancerMentre parliamo, una tipica musica araba pervade il salone. Gli invitati, per la maggior parte uomini, iniziano a battere le mani a tempo di musica. L’atmosfera si scalda e l’eccitazione sale. Qualcuno grida dall’euforia.
Due danzatrici del ventre entrano nel salone. Lo spettacolo si fa interessante. Con una punta di dispiacere noto che tutto il mondo è paese. Cosi come  noi italiani ci scaldiamo per le veline, gli arabi si scaldano per le danzatrici del ventre. E hanno ragione. Le due ballerine sono giovani e belle e hanno sfatato il clicchè delle danzatrici corpulente come il Siglo VI. Anche il mio simpatico interlocutore  si lascia catturare dai movimenti felini delle ragazze ed io ne approfitto per uscire in terrazza e rimanere da solo col mio buon sigaro. Ottima combustione.
Mi guardo intorno e vedo che oltre me, c’è un altro evaso alla danza  che sta blaterando al cellulare. Appena si accorge della mia presenza, mi gira le spalle. Gliene sono grato. Da una porta finestra, osservo la danza. E’ molto bella,si vede che ha alle spalle anni di tradizione. Gli occhi dei signori presenti sono felici e ritengo non solo per la bellezza della ragazze. I movimenti delle danzatrici, la musica che suona, li fa sentire a casa, anche se sono dall’altra parte del mondo. Associo questo pensiero al mio Escudo e anche i miei occhi si fanno felici. Fumare un puro mi da la sensazione di essere a L’Avana, e senza togliere nulla a Roma, mi fa sentire un po’ a casa.

Massimo Busciolano
Fincato-La Casa del Habano

Via Colonna Antonina, 34

00186 Roma

tel.:066785508

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La capa “disegnata”, l’aroma perfetto e il profumo “tostato” che ammaliava…

Cari amici e amiche,
con tanto piacere desideriamo esprimere un ringraziamento ai 20 fortunati partecipanti alla serata Cohiba Sublimes BooK 2008.

Al calar della sera mentre ci si apprestava a preparare la cena spirava il refrigerante Ponentino, che ci faceva dimenticare la stanchezza e i lavori diurni, Roma ieri era spettacolare in quel momento di crepuscolo, mentre il sole si dirigeva “all’occaso” e dalle cucine provenivano aromi stuzzicanti.CIMG2900

Ieri sera è stato un momento di grande pace e gioia, ci siamo tutti lasciati trasportare dall’atmosfera, dalla goliardia e soprattutto dal Sublimes Extra. Una fumata strepitosa, una vitola imponente tra le dita abbracciata da un’ anilla che tutti conosciamo e che tutti amiamo. Un’introduzione tecnica e professionale come sempre fatta da Massimo Busciolano Direttore Casa Habano Roma, che ha saputo trasmettere emozioni tra i presenti con estrema semplicità. Una fumata di circa 2 ore, tempo che è trascorso senza accorgersene, molti hanno preferito tenere gli occhi chiusi durante la ritualità della fumata appagante, sinonimo di forte concentrazione per assoporare al meglio  la struttura del puro.

La capa “disegnata”, l’aroma perfetto e il profumo “tostato”che ammaliava… sono i commenti e le sensazioni dei partecipantiCIMG2907 già dopo pochi minuti.

Per tutti  nel primo terzo ci troviamo di fronte ad un sigaro che sprigiona sentori di legno aromatico, con tendenza a sviluppi erbacei.  All’entrata nel secondo terzo il caro Marcello Cipriani titolare della Tabaccheria di Piazza Barberini che già l’aveva testato, si espone dicendo che un altro anno di invecchiamento sarebbe stato ideale per raggiungere la lode accademica, ma proprio per trovare un cavillo aggiunge sorridendo. Tra la fine del secondo terzo per entrare nella parte finale il Cohiba Sublimes Extra da il meglio di sé, cambiando marcia e portartandoci a dire all’unanimità…CHE SPETTACOLO!!!CIMG2868
Ad impreziosire la serata il Direttivo Cigar Club 06 a sorpresa ha tirato fuori dal cilindro una chicca millesimata, omaggiando con un best seller che raramente si può degustare, stupore tra i partecipanti che non credevano ai loro occhi un RHUM AGRICOLO LA MAUNY VIEUX 1979 43° ALC.,0.70 LT.

La più grande riserva La Mauny presente unicamente in pochissimi esemplari. Imbottigliato all’interno di una prestigiosa caraffa, questo prestigioso rhum agricolo è rivolto ad un target di intenditori e collezionisti che ricercano l’eccellenza proprio come lo 06.

Millesimato. Invecchiato per oltre 30 anni. Il nome La Mauny deriva da Ferdinand Poulain, conte de La Mauny, che nel 1749 acquistò le piantagioni nella parte più meridionale dell’isola di Martinica. Queste piantagioni sono dove ancora la-mauny_1979-astLegnooggi si raccoglie la canna da zucchero utilizzata per la produzione dei rhum La Mauny. La distilleria, situata vicino alle piantagioni, consente che il succo possa essere estratto dalla canna nel giorno stesso del raccolto, proseguendo poi immediatamente per le fasi di fermentazione e distillazione. Inoltre le particolari condizioni climatiche di questa parte dell’isola consentono un invecchiamento molto più rapido (con effetti fino a 3 volte superiori rispetto a condizioni normali). Il Rhum Agricole proveniente dalla Martinica, l’isola caraibica di origine vulcanica che dal 1946 è dipartimento francese, viene prodotto secondo procedure regolate e può quindi fregiarsi dell’AOC (Appelation d’Origine Controlèe).

Questa è la serata….questo è lo 06!!!

Alessandro Fidenzi

Presidente Cigar Club 06

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Serata Cohiba Sublimes Extra 2008: Roma ospita una star

Il Cigar Club 06 il 28 Luglio 2009 è lieto di ospitare a cena la star dei sigari Cubani…COHIBA!!cohibabook2008
Conservati in una splendida, rarissima e costosissima confezione,  20 COHIBA SUBLIMES EXTRA 2008 COLLECTION BOOK saranno messi a disposizione per altrettanti fortunati.
Non perdetevi questo fenomenale best seller!!!!

Roma, Grand Hotel Savoy ore 20.45
Menù di pesce
~*~
Penne Mediterranee rivisitate dallo Chef con Calamari e
Pesto di Basilico Ligure
~*~
Gran Filetto di Orata in Crosta di Zucchine con Patate al
Rosmarino
~*~
Dolce Fregolotta
~*~
Caffè
~*~

Costo della serata compreso il Sigaro
100€ per i Soci
120€ per i non Soci
(quindi associatevi in massa!!!)
Prenotazione obbligatoria entro il 26/07/2009
Info e prenotazioni:
Sede Club 06 Viale Giulio Cesare 181
Tel. 06 39737134
info@cigarclub06.it

Bonifico Bancario IT14d0558403225000000002048 intestato a
Cigar Club 06
Effettuato il bonifico inviare mail per comunicare
l`avvenuto pagamento

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CIGARS AND……GOLF

Conoscete uno sport in cui è possibile godere degli aromi e del gusto unico di un buon Cohiba nel pieno dell’ “attività motoria” senza intaccare la qualità delle proprie prestazioni?

campo da golfIo sinceramente no! Oh pardon, mi correggo, non ne conosco nessuno, se si esclude quello che io considero un gioco, forse il più bel gioco che sia mai stato inventato: il golf.

Mi presento: mi chiamo Francesco e ho 32 anni e, oltre ad essere un modesto (ma in ascesa) giocatore di golf, sono un discreto amante di sigari, passione naturalmente trasmessa e, quando possibile, condivisa con i miei cari amici Paolo e Vincenzo che di golf invece, mio malgrado, non ne masticano proprio….

L’esperienza che mi ha spinto a scrivere queste poche righe deriva dal fatto, provato sui green e i fairways di numerosi circoli romani, che una buona fumata, aiuta a trovare la giusta concentrazione.

E questo sia che ci si trovi alla fine di una buca, prima di passare alla successiva, sia di fronte ad un putt impegnativo, in cui mantenere i nervi saldi è assolutamente fondamentale.

jimenezIl giudizio positivo sulla bontà di tale abitudine trova credito dal fatto che nel golf, sin dai suoi  albori  sui verdi prati scozzesi di St Andrews, la “spunta” sempre il giocatore più coraggioso, il più concentrato, il più impassibile, insomma il più “mentalmente rilassato”.

E già!!, qui la forza fisica e la potenza muscolare servono a poco se, come spesso ai dilettanti capita, non si mantiene il giusto autocontrollo, determinante  per abbassare lo score in campo ed il proprio handicap di gioco.

Ahimè, ho scoperto tutto questo poche settimane fa in prossimità di una gara match- play ( uno contro uno), quando, preparata la sacca dopo aver scelto con cura le palline il guanto e naturalmente un buon maduro da fumare in tutto relax a fine gara, ho incontrato il mio avversario….

A dire il vero, almeno dall’aspetto, non sembrava essere un osso durissimo: avanti con l’età, un po’ gobbo, non molto potente  ed estremamente silenzioso (ma forse questa è una qualità).

Sin dai primi colpi una cosa era lampante: il mio avversario non riusciva proprio a staccarsi dal proprio Cohiba robusto che, nelle brevi pause di gioco, non esitava a fumare con lo stesso relax di una bella fumata tra amici al termine di una cena gustosa.

us-open-golf-2009La cosa mi ha, non solo colpito, ma quanto mai innervosito, dal momento che mentre i miei colpi terminavano sistematicamente in acqua o lontano dalle bandiere, accompagnate ogni volta da  imprecazioni di vario genere, il nostro taciturno golfista-fumatore giocava il suo miglior golf deliziando la vista con swing armonici e precisi.

Il risultato finale?  Un pesantissimo 10-5 (per lui) che non lascia spazio a recriminazioni ed una lezione di golf importante: chi credeva come me che fumare sigaro in campo potesse togliere la concentrazione dovrà ricredersi! La verità e che un buon habano può essere fumato nelle situazioni più disparate e come dimostrato, almeno nel golf, può aiutare a rilassarsi e a trovare il giusto approccio mentale prima di ogni colpo.

Molti campioni del nostro tempo lo sanno, a supporto del fatto che non solo nelle “garette” di circolo,  il sigaro può dare sempre e comunque sensazioni piacevoli e stimoli positivi.

Come va adesso con il mio golf?

Il mio handicap di gioco è lo stesso (28), continuo ad imprecare ad ogni colpo sbagliato, ma almeno la lezione mi è servita e oggi, anche in campo, quando possibile, non rinuncio a fare qualche puff con il fumo del mio amato maduro, in attesa che oltre ai miei sensi ne benefici anche……..il mio gioco……

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Un Avana tra due continenti

Sono di ritorno da un viaggio ad Istanbul, una delle più belle città che io abbia visitato e di cui porterò con me uno splendido ricordo, anche per le fumate nel relax più completo.

The Gold Horn

The Gold Horn

Il 15 Giugno sono partito, con mia moglie che è in dolce attesa, per una visita di 5 giorni ad Istanbul. Giunti in aeroporto, anche se non ero di ottimo umore in quanto il bagaglio era rimasto a Roma (Attenzione! tutto a causa del tagliasigari a ghigliottina in metallo), ho avuto un’ottima prima impressione di questo paese che è la Turchia. Infatti ad aspettarmi nel duty free, c’erano ben due “Cave” ovvero due “walk in humidors”, tuttavia per sicurezza mi ero premunito con una bella scorta di Habanos, perfettamente umidificati e mantenuti nel mio humidor da viaggio, nel bagaglio a mano. Già dopo cena avevo potuto apprezzare come i Turchi, popolo avvezzo al vizio del fumo (non a caso si dice “fumi come un turco”), fossero estremamente tolleranti alle nuvole che si innalzavano dal mio Trinidad “Coloniales”, mentre passeggiavo per le vie della città. Tuttavia il massimo piacere è stato gustare un Cohiba “Secretos” in barca, lungo lo stretto del Bosforo,  sospeso tra Europa e Asia , in quello tratto di mare tra il corno d’oro, il mar di Marmara. 16062009039

Sarà stata l’atmosfera unica di questo luogo, lo stato di relax più totale e di appagamento visivo di tali bellezze culturali e paesaggistiche, ma sta di fatto che quel Secretos,  il piccolo-grande Maduro n°5, resterà sempre parte di quegli splendidi momenti.

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Sigari e sigarette in cima alla top ten dei rifiuti del Mediterraneo

Mozziconi di sigaretta, avanzi di sigari: sono loro in cima alla top ten dei rifiuti che soffocano il Mar Mediterraneo. Nella gigantesca pattumiera marina, i ‘regali’ dei fumatori ammontano al 37% dell’immondizia raccolta, che supera il 40% se si conta anche il 3,8% delle confezioni di tabacco. Seguono poi bottiglie di plastica (9,8%), buste di plastica (8,5%), lattine di alluminio (7,6%), coperchi (7,3%), bottiglie di vetro (5,8%), il set completo del picnic usa e getta (bicchieri, piatti e posate) con il 3,8%, imballaggi e contenitori di cibo (2,5%), cannucce (2,1%) e linguette di apertura di lattine o altro (1,9%).

Il rapporto – A fotografare la speciale classifica dell’immondizia custodita nel Mediterraneo è l’ultimo rapporto del Programma delle Nazioni Unite per l’Ambiente (Unep), dal titolo “Rifiuti marini: una sfida globale”, sulla base di raccolte effettuati da volontari tra il 2002 e il 2006. (http://notizie.tiscali.it/articoli/cronaca/09/06/12/top_ten_rifiuti _mediterraneo234.html)

Ci dispiace notare che i residui delle nostre fumate, vengano trattati nella cronaca alla stregua dei mozziconi di sigarette.Il filtro delle sigarette che ha il compito di trattenere una parte di fumo, e particelle fini prodotte dalla combustione del tabacco e della carta, è fatto di cellulosa, ottenuta dagli alberi. Una volta estratta, questa viene trattata chimicamente in maniera tale da ottenerne delle fibre molto sottili, successivamente compattate e forgiate a mo’ di cilindro da inserire alla base delle sigarette.

Il tempo di biodegradazione di un filtro di sigaretta varia da 1anno a 5 anni, a seconda delle condizioni ambientali in cui viene gettato.mozziconi

Il tempo di biodegradazione di un mozzicone di sigaro è molto più rapido e sicuramente paragonabile a quello di una sigaretta senza filtro, quindi circa tre mesi. http://www.biologiamarina.eu/Rifiuti_degradazione.html

In più, un fumatore di sigari fuma mediamente un sigaro al giorno, un fumatore di sigarette ne fuma tra le 15 e le 20. Chi inquina di più? E quanti sono i fumatori di sigari rispetto a quelli di sigarette?

Cari giornalisti cambiamo almeno il titolo in:”Sigarette e sigari…”

ReciccaMa “chi ride a un’impertinenza, se ne fa complice” e allora cerchiamo almeno noi fumatori di sigari di farci promotori di una campagna per l’ambiente pulito. Consideriamo il mozzicone dei nostri puros una reliquia da trattare con il dovuto rispetto affidandola a contenitori adeguati alla sua nobile origine…come il Recicca (http://www.pietrolandi.it/) o Ash Away disponibile in arancio, bianco, rosso, verde e blu. Un simpatico portacenere portatile concepito per fumare en plein air. 18072008124846Acquistabile online al link http://www.stilpromo.com/gadget.php?codice=IT3567&id_stcat_1=44
al prezzo di Euro 1.

Certo… non fumare sarebbe meglio, e aggiungo per prime le sigarette, ma, se proprio non resistite alla tentazioni, fatelo nel rispetto del prossimo.

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Cohiba Piramide


Il Natale era passato. La baraonda dei clienti non aveva procurato vittime. Solo feriti. Organizzammo un programma di ferie e finalmente arrivò il mio turno.

Niente di straordinario. Quattro giorni di vacanza. Ma per chi lavora in negozio sono paragonabili a due settimane alle Seychelles.

Decisi quindi di passare tre giorni a Parigi, romantica capitale europea. Mancavo dalla Ville Lumiere da dodici anni. I miei ricordi erano confusi.

Unica cosa certa  è che all’epoca, avevo ancora i capelli…lunghi per giunta.

Ora sono pelato. Non certo per moda. Di necessità virtù, se non vado errato.

Comunque avevo chiamato l’agenzia viaggi e avevo chiesto volo e pernottamento. Mi raccomando, un albergo vicino agli Champs Elysées.

Già mi sentivo parigino.

Preparai il borsone in venti minuti. Ne spesi dieci davanti all’humidor indeciso sui sigari da portare in  viaggio.

Era da poco uscita la Piramide di Cohiba, edizione limitata per il 2006 e ancora non avevo avuto modo di assaporarla.  Quale migliore occasione.

Presi tre piramidi e le misi nell’humi-pouch, la busta dei miracoli. Questa busta  permette di tenere i sigari in perfetto stato di umidità per la durata di tre mesi dalla prima apertura.

Ora avevo tutto. Il viaggio poteva cominciare.

Uscii di casa e dopo appena trentacinque minuti ero all’aeroporto Leonardo da Vinci.

Check in veloce cosi come il passaggio al metal detector. Questa volta non suonò.

Finalmente seduto a bordo del volo Air France, chiusi gli occhi e liberai un sospiro. Adesso ero in vacanza.

Le hostess passarono per i corridoi e chiusero le cappelliere con gesti decisi e automatici.

Guardai fuori dal finestrino. Le luci giallognole dell’aeroporto sembravano decorazioni natalizie.

L’aereo cominciò a muoversi lentamente come un pachiderma appena svegliato.

Arrivato sulla pista si fermò un istante, quasi volesse trovare le forze per il decollo che avvenne dolcemente.

Un senso di abbandono pervase il mio corpo.

In un paio d’ore arrivai all’aeroporto Charles De Gaulle, Parigi.

Una pioggerellina leggera mi dava il benvenuto. Presi il treno, la metro e fui in albergo.

Salito in camera svuotai il borsone dalle poche cose che avevo portato e mi tuffai sotto la doccia.

Dopo una quarantina di minuti ero nella hall dell’albergo, armato di tutto punto. Le dita della mano destra stringevano la Piramide di Cohiba, sigaro dalla capa madura e dall’odore speziato. Quelle della mano sinistra giocavano nervosamente col tagliasigari.

Inumidii la punta della Piramide passandola tra le labbra. La misi tra le lame del tagliasigaro e la recisi con fermezza.cohiba piramide

Uscii dall’albergo e accesi il sigaro. Due belle boccate  piccanti presero possesso della laringe. Mi venne una voglia sfrenata di penne all’arrabbiata.

Un Cohiba cosi’ non lo avevo ancora fumato. Ma che buono.

Col sorriso ebete stampato in faccia solito di quando qualcosa mi soddisfa, mi incamminai lungo gli Champs Elysées. Camminavo, fumavo e mi guardavo intorno. Quattro ore prima ero a Roma. Adesso ero qui.

L’aereo, che invenzione. Che comodità.

Adoro viaggiare. Mi emoziona sempre. Mi sento sempre più ricco di conoscenze. Figuriamoci se fossi stato un’astronauta.

Camminando lungo il maestoso viale, mi immaginavo di essere uno di loro. Una persona che vive a Parigi. Le persone che incrociavo emettevano suoni dolci. Venivo cullato dal loro parlare.

Di tanto in tanto mi fermavo a guardare le vetrine dei negozi e con l’occasione un paio di boccate alla Piramide cadevano a fagiolo.

Quel sigaro di certo andava fumato seduto in poltrona davanti al fuoco, magari dopo un ricco pasto, accompagnato da un ottimo cognac.

Ma la voglia di passeggiare per il viale era infinita. Cosi lentamente lo percorsi tutto. Non so di preciso quanto tempo impiegai. So solo che del mio amato sigaro ne era rimasto un quarto e mi trovavo a Place de la Concorde.

Dall’altra parte della piazza Le Jardin des Tuileries mi aspettavano. Quindi li costeggiai percorrendo Rue de Rivoli.

La Piramide di Cohiba bruciava lentamente. Di li a poco si sarebbe congedata.Parigi-Piramide-Louvre

Pensai alla fumata e rimasi sorpreso. Il sigaro era forte e pepato. Di certo non adatto ad una passeggiata cosi lunga. Probabilmente l’entusiasmo di trovarmi a Parigi dopo tanto tempo mi aveva dato una carica non indifferente.

Il prossimo lo avrei fumato sicuramente stando seduto, forse al bar della terrazza della Tour Eiffel oppure ad un cafè vicino Notre Dame.

Mentre facevo queste riflessioni di alto spessore, mi ritrovai davanti alla Piramide del museo del Louvre. Quale posto migliore per finire il mio Cohiba.

Era ora di tornare in albergo. Il percorso inverso lo feci in taxi. Dovevo sbrigarmi. Elena era appena arrivata. Mi aspettava nella hall. Era tornata da me.

Massimo Busciolano
Fincato-La Casa del Habano

Via Colonna Antonina 34

00186 Roma

tel.:066785508

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Zino

Oggi parleremo brevemente del “piccolo russo”, come egli stesso amava definirsi. Un uomo che ha senz’altro lasciato un’impronta indelebile nel XX secolo nel mondo del sigaro in particolare e di tutto ciò che ne rende piacevole il consumo: Zino Davidoff.img04

Zino Davidoff nacque in Ucraina, a Kiev, nel 1906. Suo padre lavorava in una conceria di tabacchi turchi e quindi il piccolo Zino cominciò a respirare l’aroma del tabacco sin dalla più tenera età. Nel 1911 la famiglia dovette trasferirsi a Ginevra dove visse per tutta la vita. In questa città il padre aprì una rivendita di sigari confezionati con tabacchi d’oriente e fra i suoi clienti se ne annoverava uno che come, Zino amava ricordare, forse arricchendo un po’ l’aneddoto, non pagava quasi mai. Il suo nome era Vladimir Oulianov, più tardi meglio conosciuto con il nome di Lenin.

Zino Davidoff seppe meritarsi la completa fiducia dei produttori cubani, preoccupati per la sorte dei milioni di sigari che si erano accumulati negli empori di tutta Europa durante la seconda guerra mondiale, i quali gli proposero di smaltire l’enorme scorta.Zino+Davidoff+quote+final[1]

Il negozio di Davidoff al n. 2 di rue de La Rive a Ginevra divenne il centro dell’universo sigaro per tutta il continente e Zino ebbe la consacrazione di Re indiscusso di tale universo. Questa stima gli fu riconfermata nel 1964 dagli emissari di Fidel Castro che gli affidarono le chiavi della rinascita degli Avana distrutti in qualche modo dalla furia anticapitalista del primo castrismo.

Numerosi sono stati i contributi che Davidoff ha apportato alla crescita qualitativa del sigaro avana, avendone curato personalmente tutta la linea produttiva, dalla semina, alla scelta dei tabacchi, alla loro lavorazione, stagionatura e confezionamento. Ma l’idea forse più brillante, quella che consacrò in maniera indelebile la rinascita dell’Avana e la sua affermazione anche culturale nell’elite europea, fu quella di associarne alcuni modelli ai più rinomati vini francesi, nell’intento di divulgarne il consumo con la competenza di un raffinato degustatore. Celebri sono rimasti i suoi Chateau Margaux, Chateau Lafite, Chateau Haut-Brion, Mouton Rotschild, Chateau Latour, Dom Perignon, ecc. Ancora oggi in qualche ristorante d’elite si usa offrire a fine pasto un sigaro che si abbini perfettamente al gusto dei cibi e dei vini che si sono consumati. Ciò perché in effetti un sigaro di altissima qualità dovrebbe essere sempre il complemento finale di una raffinata libagione.

Purtroppo dal 1990, a causa di insanabili contrasti con la Cubatabaco (la società statale che a Cuba gestisce il monopolio della produzione e commercializzazione dei sigari avana), la manifattura dei sigari Davidoff è stata spostata interamente nella Repubblica Dominicana, con grande amarezza degli affezionati consumatori dei sigari cubani di marca Davidoff.

Un ottimista ed un pessimista hanno entrambi le stesse probabilità di avere ragione, ma il primo si gode la vita……..(anonimo)

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Il Romantico Fumatore

91 Rad CigarLa pazienza, la meticolosità e l’estrema attenzione del fumatore di sigari è proverbiale. Talvolta viene da considerarla l’essenza stessa della fumata.

Immaginate di essere in un luogo in cui tutto, i colori, la sazietà, il tepore fantastico del pomeriggio, la verdeggiante Valle di Viñales, la rilassatezza al limite della paralisi, chiama a gran voce la compagnia di un buon sigaro; ecco, inesorabili, a fine pranzo spuntare tre stupendi “Cannoni” procurati in chissà quale negozietto dell’Avana.

Come un sol uomo, estratto l’oggetto del piacere con gesto calmo, virile ed apparentemente distaccato, osservatane estatici la fattura pregevole e la capa liscia, annusatolo per benino, attentamente asportatane l’estremità arrotondata (io a dire la verità mi stavo fumando un “Piramide”, per nulla arrotondato, ma cascasse il cielo se mi ricordo come si chiama ‘sta càspita di “imboccatura” del sigaro), si inizia l’accensione, preceduta da un lento ed accurato riscaldamento. È una convenzione non scritta: tanto più piacevole è il contesto, tanto più certosina è la procedura di “warm up”.

Ed è stato in questo momento, nella atmosfera sospesa di quell’ambiente favorevole, che una cara amica, rompendo il silenzio fatato che accompagna l’intervento, disse: “Yo quisiera ser tratada como un puro!”, così significando il desiderio, proprio di qualsiasi donna, di ricevere dal proprio uomo una quantità di attenzioni, sguardi, dolci carezze e tiepidi bacetti, prima di un soddisfacente, duraturo, rapporto. “Come vorrei, certe volte essere trattata come un Sigaro”.

Com’è vero! Noi fumatori, un po’ romantici, un po’ sognatori, dedichiamo grandi attenzioni alle nostre “creature” e senza volerlo certe volte simuliamo un po’ l’atto sessuale. Ma d’altra parte molti di noi si premurano di dedicare le stesse attenzioni alle nostre compagne anche se talvolta senza che ciò ci sia riconosciuto. Io stesso mi sento di non aver mai fatto torto a nessuna, tant’è vero che ho risposto: “Ma amore, più di una volta ho cercato di darti fuoco, ma non mi hai dato l’impressione di esserne molto entusiasta!”. Pazienza, non sempre le buone intenzioni vengono premiate … (Dario Nulli)

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