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Abbiamo fumato questo aristocratico

Un periodo tremendo…impegni su impegni. Con un leggero ritardo vi raccontiamo anche questo.

Il nome Romeo y Julieta, creato come marca di sigari nel 1875, trae le sue origini dall’opera letteraria avente lo stesso nome dello scrittore inglese William Shakespeare. La marca è diventata rinomata a livello internazionale nei primi anni del XIX secolo, dopo che Don Pepin Fernandez fu uno dei primi a riconoscere l’importanza delle anillas come fattore del successo. Viene calcolato che, nella storia d questa marca, siano state utilizzate fino a 20,000 fascette diverse, molte delle quali personalizzate. Romeo y Julieta Duke è il sigaro più grande delle edizioni limitate del 2009. Si tratta di un robusto 5,5 x 54, leggermente più corto del Montecristo Sublimes. Un vero “DUCA” questo sigaro, elegante nella sua impeccabile manifattura che fa presagire una fumata all’altezza della sua nobile marca, che conta molti adepti tra i fumatori storici di Habanos.  Questa non è la prima edizione limitata della marca. Romeo y Julieta ne ha prodotte 7, compreso questo. Non possiamo dire nulla sulle release precedenti, ma la più recente, di cui abbiamo già parlato in precedenza, l’Escudo sembra essere un sigaro abbastanza coerente, in termini di sapore e di costruzione. romeo-y-julieta-dukeIl “DUCA” presenta un lucido involucro marrone con macchie d’acqua e numerose venature. L’odore acre, intenso sembra essere diventato uno standard di alta qualità per qualsiasi cubano. Il sigaro è ben confezionato, senza punti deboli. Fumo speziato, sapore di legno di cedro, formicolio piacevole nella parte posteriore della gola. Scarsa l’evoluzione fino alla fine del secondo terzo; da questo momento si aggiunge l’aroma di cuoio. Proprio al termine emerge anche un leggero sapore di ammoniaca; questo indica che, per il sigaro potrebbe essere necessario qualche anno di ulteriore affinamento. Una vitola ben strutturata che non prevarica mai per potenza in quanto tende a distribuire la forza uniformemente lungo tutta la fumata. Un Habano appagante che dona una lunga persistenza, come a voler lasciare un piacevole ricordo di un incontro speciale. Un sigaro, insomma, da conservare caramente nel proprio humidor.

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Siamo compiaciuti

Sabato sera anche noi di poemas de puros abbiamo degustato l’edizione limitata di Bolivar del 2009. Il Petit Belicosos Edicion Limitada 2009. Un buon sigaro. Uno tra gli Habanos fumati più corposo. Vanta una ricchezza di sapore ineguagliabile. La fascia è molto scura, oleosa, con evidenti venature che corrono lungo il corpo del sigaro. E’un sigaro fluente dal tiraggio perfetto. Il fumo nelle prime boccate è abbastanza forte con una prevalenza di pepe nero e cuoio. Andando avanti compare pepe bianco ed i sapori diventano molto più complessi, con note di frutta rossa matura, cuoio consunto, e un pizzico di cacao. bolivar-petit-belicososLEVerso la fine si mantiene la complessità del secondo terzo e compare un lieve sentore di legno carbonizzato.Questa Edición Limitada si distingue per l’accurata selezione e l’invecchiamento di due anni delle foglie di tabacco selezionate. Tutto ciò trasforma questo prodotto in qualcosa di molto speciale. Sapore: pieno, Lunghezza: 125 mm, Ring Gauge: 52 Vitola: petit belicosos

Siamo compiaciuti di questo sigaro giovane ma confezionato con foglie mature, sicuramente ne conserveremo alcuni all’interno dei nostri humidor.

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Mi auguro che la strada sia lunga…

Appunti di un subacqueo fumatore di sigari cubani.

L’estate sta finendo diceva una canzone di qualche anno fa. Ieri sera sono andato alla presentazione dell’ultimo libro di Fausto Bertinotti, ho fumato un sigaro Partagas che  i Francesi qualificano come “indetronable” e fumando ho ricordato con piacere le belle immersioni subacquee fatte nel Mediterraneo questa strana,lunga, noiosa e riposante estate.
bertinottiOre 19 doccia veloce, eccoci pronti nel giardino del Circeo Park Hotel. Dopo un mese di ombrellone in prima fila ci ritroviamo catapultati, io, mia moglie ed i miei suoceri alla presentazione del libro di un grande uomo, un politico con la “P” maiuscola di cui non condivido pienamente le idee, ma che stimo profondamente, con la stessa stima che ho nei confronti di tutti i grandi pensatori. Il titolo, un verso di Konstantinos Kavafis: “Devi augurarti che la strada sia lunga” tratto dalla poesia Itaca. “Itaca ti ha dato il bel viaggio,/ senza di lei mai ti saresti messo/ in viaggio: che cos’altro ti aspetti?”
E’ l’idea di questo viaggio, il fatto di dare un grande valore non solo al raggiungimento degli obiettivi, ma anche al percorso intrapreso per raggiungerli. Il fatto di credere in qualcosa, di mettersi in “viaggio” per qualcosa senza aspettarsi altro. Fausto Bertinotti è un uomo morale. Pensavo e bruciavo. “C’è sempre la necessità, per chi vuole cambiare il mondo, dell’attesa dell’evento, di ciò che cambia la scena senza essere stato prevedibile”. Apprezzo la volontà di voler cambiare questo mondo, infame e spesso crudele, ma mi esalto ancora di più all’idea che lo strumento per dominare tanta violenza e tanto egoismo possa essere l’attesa. Non nel senso di accettare passivamente il susseguirsi degli eventi, ma un’attesa attiva, “autentica e partecipata” come dice Bertinotti. Anche a me piace seminare. Condivido l’idea dell’Autore che questo sia il momento di seminare e come dice Kavafis mi auguro che la strada sia lunga, per godere della crescita delle piante dei miei sogni anche se forse non sarò io a vedere i loro frutti.
Continuando a riflettere, pesantemente, rientrati a casa accendo sotto il patio, che ha accompagnato tante belle serate della mia famiglia nel mese di Agosto, un sigaro “indetronable”. Cercavo qualcosa di concreto, un amico, un compagno di viaggio, un illuso come me. E’ molto difficile descrivere questo avana in poche righe. Partagas Serie du Connaisseur N.1. vitola: Palma Larga ring 38 lunghezza 18.50 CM / 7.2 INCHES. PARTAGAS_SerieDuConnaisseurNo1Non ha evoluzione eppure non annoia, infatti il suo gusto complesso si manifesta diverso ad ogni PUFF. L’aroma è forte, a tratti aggressivo, mi sembra di godere di esso anche solo annusando il fumo senza aspirarlo nella bocca. E’ una sinfonia di contraddizioni. Paragonato al Cohiba Lanceros, rende quest’ultimo una carezza. Non a caso i Francesi qualificano questo Partagas come “indetronable“.
Immerso in quest’aroma forte e speziato, con le labbra bagnate da un sorso di un magnifico Ron Cacique Antiguo… hecho en Venezuela sapientemente regalatomi dal  mio caro amico Stefano, comincio a ricordare gli amici dell’estate. Amici speciali, quelli conosciuti sotto il livello del mare. Esperienze uniche. Inaspettate. Sempre diverse. orsodivingGrazie a Corrado e a Paola e allo staff 2009 dell’Orso Diving di Poltu Quatu (www.orsodiving.com/)per la magnifica assistenza e per la splendida organizzazione delle mie giornate di immersione nella splendida cornice dell’arcipelago della Maddalena. Un grazie speciale anche a Franco, Gianluca e Roberta del Serpico Sub Diving Center di S.Felice Circeo (http://www.serpicosub.it/) serpicoche non solo mi hanno accompagnato per la prima volta nella mia vita a visitare l’isola di Ponza…e dopo aver girato tra i cinque continenti, quasi me ne vergogno, ma per avermi permesso di fare splendide immersioni a pochi chilometri da Roma in tutto relax, in un’atmosfera amichevole e rilassante.

Il viaggio non può consistere solo nell’approdo al porto finale, ma piuttosto nel  superamento di mille pericoli, ostacoli, prove e nella verifica di mille  esperienze. Il viaggio diventa prova di conoscenza, nel senso più ampio del termine.
Esso è lo stimolo naturale alla ricerca del nuovo, l’istintiva attrazione / repulsione per ciò che ci è estraneo, la misura della distanza che ci separa dalle realtà sconosciute, la sfida al confronto, l’abilità di relazionarsi con il diverso da noi, la capacità di adattamento a situazioni imprevedibili.

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ROMEO Y JULIETA ESCUDOS

La Marcia Imperiale della colonna sonora del film Star Wars mi coglie all’improvviso. Qualcuno mi sta chiamando sul cellulare. Rispondo. Un signorina tedesca, che parla perfettamente italiano, dice che sta organizzando una cena  per i suoi clienti arabi in visita a Roma e che per l’occasione sta cercando un esperto in sigari cubani. Mi chiede se sono disponibile. Lo sono.
Prendo accordi sulla data, su come si svilupperà la serata  e chiudo il telefono.
Due settimane dopo, alle ventidue circa, arrivo a Villa Aurelia, luogo dove si sta svolgendo la cena di gala.
Parcheggio accanto al cancello della villa e subito una guardia privata mi dice che non posso sostare.
Guardo bene intorno e non vedo segnali di divieto di sosta,quindi rispondo che da li non mi muovo.
La guardia privata, facendo assumere al volto un’espressione degna del  Ridge Forrester dei tempi migliori, mi ripete che devo muovermi da li. Rispondo col  sorriso ebete delle grandi occasioni, che non ne vedo il motivo, considerato anche il fatto che la zona limitrofa è piena di auto blu parcheggiate in doppia e terza fila.
Lui candidamente, mi dice che sono le auto della sicurezza. Ed io gli rispondo che sono un ospite della serata, quindi come  tale avrei più diritto di loro di stare parcheggiato in quel posto.
Poi rifletto con calma. Ho indossato il vestito bello della domenica, sono dieci anni che ho smesso di fare karate, la guardia giurata è il doppio di me. Con la diplomazia che mi contraddistingue, gli dico che per stavolta sposto la macchina.
Dopo dieci minuti sono al cancello dove trovo la stessa guardia giurata che mi fa i salamelecchi e mi mostra la strada per raggiungere gli invitati.
Incontro la signorina tedesca che mi mostra lo humidor pieno di sigari. Mi comunica che dovrò stare li, al suo fianco (a quello dello humidor no a quello della signorina, si intende) e rispondere alle domande che gli invitati arabi mi faranno in lingua inglese, sui sigari cubani. Non chiedo di meglio, le dico.
Apro lo humidor e vedo che la signorina non ha seguito le mie istruzioni; i sigari sono un po’ secchi. Chiedo ad un cameriere un bicchiere di acqua e lui risponde liscia o gassata. Di rubinetto, è per i sigari replico.
Lui mi guarda come se avesse visto Darth Vader (il cavaliere nero di Star Wars) vestito da ballerina classica e mi porge il bicchiere.
Versata l’acqua nell’umidificatore, mi sento sollevato. Finalmente mi guardo intorno. La villa è fantastica e il salone dove siamo è stato addobbato come una tenda araba. No che io sia stato mai ospite in una tenda nel bel mezzo del deserto, però gli ornamenti che hanno messo mi danno proprio quell’impressione.
Il pavimento è coperto da tappeti enormi e coloratissimi. Tavolini bassi circondati da sedie e cuscini. Pesanti tende calano morbide dal soffitto.
Un nugolo di invitati mi viene incontro. Si è aperta la caccia all’infedele, penso preoccupato. Poi ricordo che mi trovo a cinquanta centimetri dalla scatola che contiene i preziosi sigari, e mi tranquillizzo.
La scatola contiene un bel assortimento di puros; si va dal Partagas serie D n.4, al Montecristo n.2, Cohiba Robusto, Romeo Y Julieta Churchills. I Cohiba vanno a ruba. Il richiamo del nome è sempre forte.
In un quarto d’ora, dei centocinquanta sigari iniziali ne sono rimasti dodici. Guardo con curiosità i fumatori.
Osservo come tagliano il sigaro e come lo accendono. Anche come lo tengono in mano. Su un centinaio di persone, solo tre sono da ritenersi fumatori esperti. Gli altri lo stanno facendo per darsi delle arie. Non sanno che sacrilegio stanno facendo e soprattutto non sanno cosa si perdono.
La situazione si è stabilizzata. Ogni invitato ha un avana acceso in mano. Bene.
Ora è tempo di dar fuoco al mio. Chiedo prima al cameriere di versarmi del rhum. Adesso si che ragioniamo, dice il suo viso.
Romeo_Julieta_Escudos.jpegPrendo dalla tasca interna del vestito la mia purera (portasigari) ed estraggo un magnifico Romeo Y Julieta Escudos, edizione limitata per il 2007. Da un punta di visto estetico è superbo. E’ un gordito di vitola, cioè presenta un cepo di 50 per 141 mm di lunghezza. Un robusto più lungo. Ha la classica foglia scura, madura che fa brillare le due anillas.
Lo accendo con calma e mi sento gli occhi addosso. Sto usando il mio Extend con la sua caratteristica fiamma e impiego un po’ ad accenderlo correttamente. Fatto. Boccate ricche pervadono la mia gola e da subito sento una nota di cioccolata che non è tipica della marca Romeo Y Julieta. Cosi come non è tipica la forza che esprime.
Vagamente mi ricorda la Petit Piramide, un’altra edizione limitata, sempre della stessa marca, uscita anni fa.
Uno dei tre fumatori esperti della serata si avvicina cautamente. Gli faccio un sorriso e lui si presenta. Il nome ahimè non lo ricordo. Sono una frana nel ricordare nomi italiani, figuriamoci quelli arabi. Parliamo un po’ e vengo a sapere che il mio interlocutore ha viaggiato molto per lavoro. Ultimamente è di stanza in India. Conosce molto bene gli avana. I suoi preferiti sono Cohiba Siglo VI e Montecristo Edmundo. Sigari lunghi, soprattutto panciuti, proprio come lui. Mi chiede cosa sto fumando. Glielo dico e gli racconto le mie sensazioni. Si mostra interessato anche se ha delle remore nei confronti di Romeo Y Julieta, li trova leggerini dice.
belly_dancerMentre parliamo, una tipica musica araba pervade il salone. Gli invitati, per la maggior parte uomini, iniziano a battere le mani a tempo di musica. L’atmosfera si scalda e l’eccitazione sale. Qualcuno grida dall’euforia.
Due danzatrici del ventre entrano nel salone. Lo spettacolo si fa interessante. Con una punta di dispiacere noto che tutto il mondo è paese. Cosi come  noi italiani ci scaldiamo per le veline, gli arabi si scaldano per le danzatrici del ventre. E hanno ragione. Le due ballerine sono giovani e belle e hanno sfatato il clicchè delle danzatrici corpulente come il Siglo VI. Anche il mio simpatico interlocutore  si lascia catturare dai movimenti felini delle ragazze ed io ne approfitto per uscire in terrazza e rimanere da solo col mio buon sigaro. Ottima combustione.
Mi guardo intorno e vedo che oltre me, c’è un altro evaso alla danza  che sta blaterando al cellulare. Appena si accorge della mia presenza, mi gira le spalle. Gliene sono grato. Da una porta finestra, osservo la danza. E’ molto bella,si vede che ha alle spalle anni di tradizione. Gli occhi dei signori presenti sono felici e ritengo non solo per la bellezza della ragazze. I movimenti delle danzatrici, la musica che suona, li fa sentire a casa, anche se sono dall’altra parte del mondo. Associo questo pensiero al mio Escudo e anche i miei occhi si fanno felici. Fumare un puro mi da la sensazione di essere a L’Avana, e senza togliere nulla a Roma, mi fa sentire un po’ a casa.

Massimo Busciolano
Fincato-La Casa del Habano

Via Colonna Antonina, 34

00186 Roma

tel.:066785508

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La capa “disegnata”, l’aroma perfetto e il profumo “tostato” che ammaliava…

Cari amici e amiche,
con tanto piacere desideriamo esprimere un ringraziamento ai 20 fortunati partecipanti alla serata Cohiba Sublimes BooK 2008.

Al calar della sera mentre ci si apprestava a preparare la cena spirava il refrigerante Ponentino, che ci faceva dimenticare la stanchezza e i lavori diurni, Roma ieri era spettacolare in quel momento di crepuscolo, mentre il sole si dirigeva “all’occaso” e dalle cucine provenivano aromi stuzzicanti.CIMG2900

Ieri sera è stato un momento di grande pace e gioia, ci siamo tutti lasciati trasportare dall’atmosfera, dalla goliardia e soprattutto dal Sublimes Extra. Una fumata strepitosa, una vitola imponente tra le dita abbracciata da un’ anilla che tutti conosciamo e che tutti amiamo. Un’introduzione tecnica e professionale come sempre fatta da Massimo Busciolano Direttore Casa Habano Roma, che ha saputo trasmettere emozioni tra i presenti con estrema semplicità. Una fumata di circa 2 ore, tempo che è trascorso senza accorgersene, molti hanno preferito tenere gli occhi chiusi durante la ritualità della fumata appagante, sinonimo di forte concentrazione per assoporare al meglio  la struttura del puro.

La capa “disegnata”, l’aroma perfetto e il profumo “tostato”che ammaliava… sono i commenti e le sensazioni dei partecipantiCIMG2907 già dopo pochi minuti.

Per tutti  nel primo terzo ci troviamo di fronte ad un sigaro che sprigiona sentori di legno aromatico, con tendenza a sviluppi erbacei.  All’entrata nel secondo terzo il caro Marcello Cipriani titolare della Tabaccheria di Piazza Barberini che già l’aveva testato, si espone dicendo che un altro anno di invecchiamento sarebbe stato ideale per raggiungere la lode accademica, ma proprio per trovare un cavillo aggiunge sorridendo. Tra la fine del secondo terzo per entrare nella parte finale il Cohiba Sublimes Extra da il meglio di sé, cambiando marcia e portartandoci a dire all’unanimità…CHE SPETTACOLO!!!CIMG2868
Ad impreziosire la serata il Direttivo Cigar Club 06 a sorpresa ha tirato fuori dal cilindro una chicca millesimata, omaggiando con un best seller che raramente si può degustare, stupore tra i partecipanti che non credevano ai loro occhi un RHUM AGRICOLO LA MAUNY VIEUX 1979 43° ALC.,0.70 LT.

La più grande riserva La Mauny presente unicamente in pochissimi esemplari. Imbottigliato all’interno di una prestigiosa caraffa, questo prestigioso rhum agricolo è rivolto ad un target di intenditori e collezionisti che ricercano l’eccellenza proprio come lo 06.

Millesimato. Invecchiato per oltre 30 anni. Il nome La Mauny deriva da Ferdinand Poulain, conte de La Mauny, che nel 1749 acquistò le piantagioni nella parte più meridionale dell’isola di Martinica. Queste piantagioni sono dove ancora la-mauny_1979-astLegnooggi si raccoglie la canna da zucchero utilizzata per la produzione dei rhum La Mauny. La distilleria, situata vicino alle piantagioni, consente che il succo possa essere estratto dalla canna nel giorno stesso del raccolto, proseguendo poi immediatamente per le fasi di fermentazione e distillazione. Inoltre le particolari condizioni climatiche di questa parte dell’isola consentono un invecchiamento molto più rapido (con effetti fino a 3 volte superiori rispetto a condizioni normali). Il Rhum Agricole proveniente dalla Martinica, l’isola caraibica di origine vulcanica che dal 1946 è dipartimento francese, viene prodotto secondo procedure regolate e può quindi fregiarsi dell’AOC (Appelation d’Origine Controlèe).

Questa è la serata….questo è lo 06!!!

Alessandro Fidenzi

Presidente Cigar Club 06

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Cohiba Piramide


Il Natale era passato. La baraonda dei clienti non aveva procurato vittime. Solo feriti. Organizzammo un programma di ferie e finalmente arrivò il mio turno.

Niente di straordinario. Quattro giorni di vacanza. Ma per chi lavora in negozio sono paragonabili a due settimane alle Seychelles.

Decisi quindi di passare tre giorni a Parigi, romantica capitale europea. Mancavo dalla Ville Lumiere da dodici anni. I miei ricordi erano confusi.

Unica cosa certa  è che all’epoca, avevo ancora i capelli…lunghi per giunta.

Ora sono pelato. Non certo per moda. Di necessità virtù, se non vado errato.

Comunque avevo chiamato l’agenzia viaggi e avevo chiesto volo e pernottamento. Mi raccomando, un albergo vicino agli Champs Elysées.

Già mi sentivo parigino.

Preparai il borsone in venti minuti. Ne spesi dieci davanti all’humidor indeciso sui sigari da portare in  viaggio.

Era da poco uscita la Piramide di Cohiba, edizione limitata per il 2006 e ancora non avevo avuto modo di assaporarla.  Quale migliore occasione.

Presi tre piramidi e le misi nell’humi-pouch, la busta dei miracoli. Questa busta  permette di tenere i sigari in perfetto stato di umidità per la durata di tre mesi dalla prima apertura.

Ora avevo tutto. Il viaggio poteva cominciare.

Uscii di casa e dopo appena trentacinque minuti ero all’aeroporto Leonardo da Vinci.

Check in veloce cosi come il passaggio al metal detector. Questa volta non suonò.

Finalmente seduto a bordo del volo Air France, chiusi gli occhi e liberai un sospiro. Adesso ero in vacanza.

Le hostess passarono per i corridoi e chiusero le cappelliere con gesti decisi e automatici.

Guardai fuori dal finestrino. Le luci giallognole dell’aeroporto sembravano decorazioni natalizie.

L’aereo cominciò a muoversi lentamente come un pachiderma appena svegliato.

Arrivato sulla pista si fermò un istante, quasi volesse trovare le forze per il decollo che avvenne dolcemente.

Un senso di abbandono pervase il mio corpo.

In un paio d’ore arrivai all’aeroporto Charles De Gaulle, Parigi.

Una pioggerellina leggera mi dava il benvenuto. Presi il treno, la metro e fui in albergo.

Salito in camera svuotai il borsone dalle poche cose che avevo portato e mi tuffai sotto la doccia.

Dopo una quarantina di minuti ero nella hall dell’albergo, armato di tutto punto. Le dita della mano destra stringevano la Piramide di Cohiba, sigaro dalla capa madura e dall’odore speziato. Quelle della mano sinistra giocavano nervosamente col tagliasigari.

Inumidii la punta della Piramide passandola tra le labbra. La misi tra le lame del tagliasigaro e la recisi con fermezza.cohiba piramide

Uscii dall’albergo e accesi il sigaro. Due belle boccate  piccanti presero possesso della laringe. Mi venne una voglia sfrenata di penne all’arrabbiata.

Un Cohiba cosi’ non lo avevo ancora fumato. Ma che buono.

Col sorriso ebete stampato in faccia solito di quando qualcosa mi soddisfa, mi incamminai lungo gli Champs Elysées. Camminavo, fumavo e mi guardavo intorno. Quattro ore prima ero a Roma. Adesso ero qui.

L’aereo, che invenzione. Che comodità.

Adoro viaggiare. Mi emoziona sempre. Mi sento sempre più ricco di conoscenze. Figuriamoci se fossi stato un’astronauta.

Camminando lungo il maestoso viale, mi immaginavo di essere uno di loro. Una persona che vive a Parigi. Le persone che incrociavo emettevano suoni dolci. Venivo cullato dal loro parlare.

Di tanto in tanto mi fermavo a guardare le vetrine dei negozi e con l’occasione un paio di boccate alla Piramide cadevano a fagiolo.

Quel sigaro di certo andava fumato seduto in poltrona davanti al fuoco, magari dopo un ricco pasto, accompagnato da un ottimo cognac.

Ma la voglia di passeggiare per il viale era infinita. Cosi lentamente lo percorsi tutto. Non so di preciso quanto tempo impiegai. So solo che del mio amato sigaro ne era rimasto un quarto e mi trovavo a Place de la Concorde.

Dall’altra parte della piazza Le Jardin des Tuileries mi aspettavano. Quindi li costeggiai percorrendo Rue de Rivoli.

La Piramide di Cohiba bruciava lentamente. Di li a poco si sarebbe congedata.Parigi-Piramide-Louvre

Pensai alla fumata e rimasi sorpreso. Il sigaro era forte e pepato. Di certo non adatto ad una passeggiata cosi lunga. Probabilmente l’entusiasmo di trovarmi a Parigi dopo tanto tempo mi aveva dato una carica non indifferente.

Il prossimo lo avrei fumato sicuramente stando seduto, forse al bar della terrazza della Tour Eiffel oppure ad un cafè vicino Notre Dame.

Mentre facevo queste riflessioni di alto spessore, mi ritrovai davanti alla Piramide del museo del Louvre. Quale posto migliore per finire il mio Cohiba.

Era ora di tornare in albergo. Il percorso inverso lo feci in taxi. Dovevo sbrigarmi. Elena era appena arrivata. Mi aspettava nella hall. Era tornata da me.

Massimo Busciolano
Fincato-La Casa del Habano

Via Colonna Antonina 34

00186 Roma

tel.:066785508

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Un Cohiba con Nonna Lucia

I cipressi che a Bólgheri alti e schiettiStatua_nonna
Van da San Guido in duplice filar,
Quasi in corsa giganti giovinetti
Mi balzarono incontro e mi guardar…
…Alta, solenne, vestita di nero
Parvemi riveder nonna Lucia:
La signora Lucia, da la cui bocca,
Tra l’ondeggiar de i candidi capelli,
La favella toscana, ch’è sí sciocca
Nel manzonismo de gli stenterelli,
Canora discendea, co ‘l mesto accento
De la Versilia che nel cuor mi sta,
Come da un sirventese del trecento,
Piena di forza e di soavità.

Perché Bolgheri, cosa centra Carducci e ancor di più un Cohiba con sua nonna Lucia. Il mistero verrà ora svelato ma non con l’intento di mandar di traverso un bicchiere di Sassicaia ai puristi del Sigaro Toscano che in questi magnifici luoghi organizzano corsi e degustazioni. Tutto è iniziato Venerdì scorso quando nel pomeriggio parto con la Famiglia al completo per trascorrere un week-end al Tombolo Talasso Resort a Marina di Castagneto Carducci in Toscana nella provincia di Livorno (www.tombolotalasso.it) Un posto molto bello dove trascorrere in pace e festeggiare con la mia adoratissima moglie Eleonora il nostro quinto anniversario di matrimonio e il secondo figlio. Tutto come da copione, se non per le nostre piccole pesti che ci hanno impegnato senza tregua e per un grave difetto organizzativo del Resort: l’assoluta mancanza di personale in un hotel a pieno regime e che registrava il tutto esaurito. Risultato di tutto ciò: camerieri disponibilissimi ma servizi “veloci” come le lumache, snervanti anche per chi come me ama il “lento fumare”. L’unico momento in cui tutto ciò è risultato vantaggioso è stato l’aperitivo del Sabato sera, solo con la mia famiglia nella terrazza sul mare, meravigliosa. Accendo un Cohiba Robustos che mostra carattere fin dalle prime boccate, perfetto. Uno dei pezzi migliori  della grande casa cubana che si sviluppa con facilità e sincerità come tutti i Robusto, donando un fumo pepato, acidulo, piacevolmente aromatico ma senza essere spigoloso e aspro. Il tempo di sorseggiare un prosecco e il sigaro va. La lunga attesa per l’aperitivo sul terrazzo mi ha permesso di degustare il puros fino alla fine e senza sentire le solite proteste di mia moglie. Ma Carducci e…Bolgheri e…Nonna Lucia? Ok pazientate. La sera a cena mi faccio consigliare dalla persona dello staff più disponibile, il Signor Leonardo, che saluto peraltro con affetto, su un posto dove mangiare toscano l’indomani.gallery01 E lui senza tentennare: “Osteria Magona” a Bolgheri.
Bolgheri è un paese meraviglioso, piccolo. Ottimi gli antipasti, la carne, i dolci e il servizio. E i primi piatti? Sicuramente superbi, ma non li abbiamo assaggiati. Vino un rosso Castello di Bolgheri del 2005.Buona bottiglia. Con la pancia piena usciamo dal locale. Pochi metri e notiamo delle panchine. Il piccolo doveva essere allattato. Ci fermiamo all’ombra. Accendo un Cohiba Maduro 5 Secretos e mi accorgo di essere osservato da una statua, seduta come me in mezzo alla piazza…alcuni minuti di riflessione o meglio, leggo qualche cartello, e scopro che la Signora in questione era Nonna Lucia, la Nonna di uno dei nostri più grandi poeti.pt_3906.jpeg Il Secretos, (Reyes 110×40 ) è il piccolo della famiglia dei Maduro 5: la sua intensità si esprime fin da subito è un sigaro fruibile a qualsiasi ora e in qualsiasi ritaglio di tempo, visti i tempi brevi di fumata ( 40-45’). E’ il più pungente e forte sulla lingua, con carattere piccante e accenti di caffè e cioccolato tostati.
Sapete cosa mi ha impressionato oltre alla mia profonda ignoranza, lo sguardo della vecchina. Il suo sguardo sembrava rimproverarmi…rimproverarmi perché almeno in quell’occasione mi avrebbe, probabilmente, voluto vedere fumare un Toscano.
Scusami ancora signora Lucia pensavo di ingannarti con il piccolo sigaro della serie Maduro 5, quello, che almeno per il colore…e solo per quello, assomiglia di più ad un Toscano.
L’inganno c’è sempre e per fortuna si vede…dopo!

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Rolled with love

La BBC, nel riportare i risultati di una ricerca recentemente compiuta a Cuba, riferisce che il segreto di una lunga vita per i molti centenari della provincia di Villa Clara consiste nel notevole consumo di sigari e caffè, abbinato a una grande attività sessuale. Occorre però precisare che il consumo di alcool tra i vegliardi è risultato piuttosto basso. Della popolazione cubana di 11,2 milioni di persone, circa tremila hanno più di cent’anni. (Fonte) L’atto del fumare dal punto di vista simbolico è di chiara origine sessuale, legato al desiderio fisico ed alla soddisfazione di questo. La sigaretta o il sigaro vengono considerati simboli fallici anche per i gesti e le intenzioni che ad essi si accompagnano e che offrono un parallelismo straordinario con il rapporto sessuale. Gli psicologi sostengono che la dipendenza dal fumo ha le sue origini nel piacere sessuale orale di derivazione infantile, fatto stà che già nel diciannovesimo secolo, il connubio sesso/tabacco è presente nelle bellissime etichette decorate dei cigar box, il tabacco insomma è stato un apripista per una comunicazione più spregiudicata, in anni quelli del periodo vittoriano caratterizzati da un forte puritanesimo nei costumi sociali. Nessun’altro prodotto ha fatto un così massiccio utilizzo di immagini erotiche accompagnate quasi sempre da un certo esotismo multietnico. Recentemente ci siamo imbattuti in uno spot che conferma una tradizione: da sempre il sesso viene utilizzato per vendere il tabacco. Ma attenti è un po’ spinto: http://www.scaryideas.com/content/1390/

Come abbiamo visto il web è pieno di video istruttivi, quindi per imparare qualcosa di nuovo, un istruttore carismatico è proprio quello che fa per voi. E se le istruzioni su come tagliare un sigaro vi vengono date da una pornostar del calibro di Aria Giovanni, scoprirete che fumare sigari è davvero molto sexy.

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Due grandi “Montecristo”

Dopo lunga assenza torno a parlare di degustazioni. Questo articolo riguarda le ultime due degustazioni che ho fatto insieme al mio fratello di Habanos Paolo e che ringrazio ancora per l’onore di avermi scelto come padrino di battesimo del piccolo “Alessandro”.

La prima fumata, di giorno in riva al mare di Ostia, è stata quella del Montecristo “Especiales ” (vitola “Laguito n°1, Lunghezza 192 mm Cepo 38) di cui abbiamo immortalato alcuni momenti.1 Devo dire che come amatore ho ancora molto da imparare su questo formato (già decantato da Paolo in un precedente e più specifico articolo), ma pur fumandolo per la prima volta mi ha dato una grande soddisfazione per diversi motivi. E’ certamente una fumata impegnativa ma molto piacevole, per essere un sigaro davvero lungo scorre facilmente e con una apprezzabile evoluzione.

Sicuramente una condizione determinante per apprezzare il Montecristo “Especiales ” è il tiraggio, infatti PaoloDSC_2842 mi raccontava che fumando l’analogo formato di Cohiba aveva notato una certa debolezza nella portata del fumo che arrivava in bocca e aveva imputato il problema, oltre alla lunghezza del sigaro, anche  ad un tiraggio non perfetto.  In questo caso invece il tiraggio era impeccabile e il fumo più ruvido dei Montecristo compensava la portata ridotta che un formato così lungo può presentare.

La qualità del prodotto può essere testimoniata anche dalla cenere “bianca” (ricca in Potassio). DSC_2846L’ Especiales pur non presentando una evoluzione particolarmente marcata esprimeva fin dal primo terzo note di cuoio, cacao, e legno che mano a mano viravano decisamente verso note di terra e più raramente anche di pepe, senza mai esagerare.

Anche questo elegantissimo sigaro ha lasciato il segno e di sicuro ritornerà protagonista di nuove degustazioni.

La seconda degustazione ha riguardato invece il Montecristo N°4 (vitola “Marevas”, Lunghezza 129 mm Cepo 42). Fu il sigaro in assoluto preferito e più fumato da Ernesto Che Guevara, sebbene egli fosse asmatico e soffrisse di problemi respiratori. E’ da molti anni il più venduto avana al mondo e molti neofiti iniziano proprio da questo sigaro la loro passione per gli Habanos. La fumata, prima di cena,  è stata di circa un’ora e mi ha piacevolmente sorpreso come questo “sigaro commerciale” sia sempre un grande Habanos. Pur non avendo una grande evoluzione  e una cenere non certo molto chiara, esso è amabile, con spiccate note di nocciola specialmente nel secondo ed ultimo terzo. Buono il tiraggio (anche se Paolo non può dire lo stesso del suo che aveva qualche problemino) è un sigaro per tutte le occasioni e che certamente, pur non essendo di certo un prodotto eccelso, lascerà sempre un ottimo ricordo. L’unica cosa che non capisco è cosa ci trovasse di speciale “El Che” in questo sigaro, quando avrebbe potuto avere cose ben più prelibate da fumare. Mah.

monte_no4

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Prove tecniche di accensione

Più passa il tempo, da quando abbiamo iniziato la nostra avventura, e più ci accocubargiamo come spesso i dettagli condizionano l’andamento di una fumata. Oggi vorrei accennare ad uno dei fattori che può influenzare il tiraggio, quando un puros, ovviamente, non presenti problemi intrinseci di natura manufatturiera o imperfezioni della capa. Questo fattore è la perfetta accensione del sigaro. Presupponendo di stare per accendere un Avana con perfette caratteristiche strutturali e di conservazione, l’errore che può derivare da un’errata accensione potrebbe determinare gravi conseguenze sul tiraggio, dando luogo a zone combuste ed altre incombuste e conducendo così ad una disomogeneità di avanzamento del braciere.

Ci siamo resi conto che l’uso di un accendino adatto e di piccoli accorgimenti, come il preriscaldamento, possono fare la differenza.

Per prima cosa è importante preriscaldare uniformemente per pochi secondi il piede del sigaro. Il modo migliore per farlo è utilizzare un’ idonea fiamma “blu”, in cui tutto il carbonio è combusto (combustione completa) e quindi il calore che si raggiunge è maggiore. Questo può essere effettuato solo con accendini idonei  (comunemente detti a fiamma ossidrica), che oltre a preriscaldare omogeneamente la testa, permettono una perfetta accensione su tutta la superficie. Questi strumenti, non da ultimo, garantiscono dei ritocchi (chirurgici) sulle eventuali parti non totalmente combuste, durante tutta la fumata. Infine permettono di riattivare più facilmente la combustione nel caso in cui cadessimo nell’errore di far spegnere il nostro amico. Da quando abbiamo adottato gli accendini a fiamma blu abbiamo avuto ottimi risultati, anche nelle giornate ventose al mare dove un accendino a fiamma gialla non si sarebbe neanche acceso. O forse è più probabile che più passa il tempo e più prestiamo attenzione ai dettagli da curare per continuare questo magico rituale!

Comunque vogliate accendere il vostro avana, ricordate di non utilizzare accendini il cui propellente, benzina o similari, possa modificare il gusto del sigaro.

nella fiamma gialla sono

accensione con accendino a gas "tradizionale" (a sinistra con fiamma gialla) e "fire-bird" ( a destra con fiamma blu)

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