Archivi del mese: Maggio 2009

Donne con i sigari

La top-model Linda Evangelista dichiara orgogliosa di non poterne fare a meno. L’attrice Ellen Barkin si fa fotografare mentre lo appoggia, provocante, fra le labbra. L’oggetto di tanta bramosia non è un gioiello né un succulento cibo esotico. È il sigaro.Sembra questa infatti la nuova passione di molte donne fumatrici. donna cubanaDimenticate le troppo scontate sigarette, pare che ultimamente le signore abbiano scelto di dedicarsi a piaceri più consistenti e meno consueti. Se fumare è un peccato mortale (in tutti i sensi), tanto vale goderselo fino in fondo: devono aver pensato così le fumatrici americane, ormai da tempo ghettizzate insieme con i loro colleghi uomini a causa delle imperanti manie salutiste di fine millennio. Relegate in ristorantini o in club privati, additate dall’opinione pubblica perché dedite al vizio più imperdonabile che esista, le fumatrici sembrano aver deciso che la sigaretta non valesse tanta pena; eccole quindi crogiolarsi nel lento rito del taglio e dell’accensione di un sigaro, aspirarne compiaciute l’aroma, godersene i rivoli di fumo. Proprio negli Stati Uniti si è avvertito negli ultimi tempi un accresciuto consumo di sigari e si è scoperto che gli acquirenti non erano signori snob o anziani cultori del fumo “pesante” ma donne di tutte le età e di ogni estrazione sociale. “Dei sigari mi piace l’odore, il sapore, la gestualità. Mi aiutano a rilassarmi e da quando Nicole Kidman mi ha regalato un umidificatore da viaggio, me li porto anche sul set” ha affermato Demi Moore dopo essere apparsa, con sigaro in mano e aria di sfida, sulla copertina della rivista specializzata “Cigar”. Con lei hanno dichiarato di essere amanti del sigaro altre star di Hollywood, sono uscite allo scoperto attrici comeWhoopy Goldberg e Sharon Stone. Certo, dopo l’affaire Monica Lewinsky è nato un po’ di imbarazzo: se infatti in alcune città si è registrato un aumento delle vendite di sigari pari al 230%, molte fumatrici d.o.c. si sono dichiarate infastidite dalla “pubblicità” involontaria fatta al loro oggetto di piacere.

Il fenomeno delle donne col sigaro non ha però subìto eccessivi contraccolpi e non ha tardato ad estendersi anche in Europa dove recentemente sta divenendo una vera e propria moda. In Italia le donne fumatrici di sigaro sono ancora poche, ma il loro numero è decisamente cresciuto nel corso dell’ultimo anno: a Roma e a Milano i tabaccai ne testimoniano un aumento del 500%.

Secondo i tabaccai, alcune fumatrici si sono interessate ai sigari all’epoca dell’ultimo rincaro sul prezzo delle sigarette. Ora, invece, molte sono spinte a provare un Davidoff o un Avana per essere à la page.

Che il binomio sigaro – donna sia una delle tendenze di questa fine secolo è indubbio. Ma è veramente una novità vedere una gentile signora aspirare l’aroma di un sigaro?

Analizzando la storia di questo particolare oggetto sembrerebbe proprio di no. All’inizio del XVIII secolo, recatosi in Costa Rica, l’inglese John Cockburn osservava: “Questi gentiluomini ci hanno donato dei sigarri: si tratta di foglie di tabacco arrotolate in modo tale da servire sia come pipa che come tabacco. Ne sono appassionati sia gli uomini che le donne”.

E fu per una donna che venne introdotto il tipico anello che avvolge ogni sigaro che si rispetti. Pare infatti che il primo fosse realizzato per proteggere dalle antipatiche macchie di tabacco le regali dita di Caterina La Grande di Russia (1729-1796): all’epoca era in finissima seta, oggi è di ben più modesta fattura e serve soprattutto ad identificare la marca.

Trittico

Grandi scrittrici come Gertrude Stein, Amy Lowell e Colette decantarono le virtù del sigaro. Ne fumava ben sette al giorno la trasgressiva George Sand (1804-1876) che ebbe a dichiarare: “Un sigaro attenua il dolore e riempie le ore di solitudine con un milione di immagini leggiadre”. E gli esempi, più o meno illustri, potrebbero continuare.

ISTRUZIONI PER L’USO        Il primo passo è trovare il proprio “compagno”. A questo riguardo Joel Sherman, figlio del leggendario mercante di sigari Nat, diceva: “Quando si tratta di scegliere un sigaro, c’è un solo esperto e siete voi”. Il nostro consiglio è di recarvi in una tabaccheria ben fornita: di solito quelle del centro offrono in media circa sette marche in più rispetto a quelle della periferia.

Al riguardo per le fumatrici romane c’è un link molto interessante.

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Il Romantico Fumatore

91 Rad CigarLa pazienza, la meticolosità e l’estrema attenzione del fumatore di sigari è proverbiale. Talvolta viene da considerarla l’essenza stessa della fumata.

Immaginate di essere in un luogo in cui tutto, i colori, la sazietà, il tepore fantastico del pomeriggio, la verdeggiante Valle di Viñales, la rilassatezza al limite della paralisi, chiama a gran voce la compagnia di un buon sigaro; ecco, inesorabili, a fine pranzo spuntare tre stupendi “Cannoni” procurati in chissà quale negozietto dell’Avana.

Come un sol uomo, estratto l’oggetto del piacere con gesto calmo, virile ed apparentemente distaccato, osservatane estatici la fattura pregevole e la capa liscia, annusatolo per benino, attentamente asportatane l’estremità arrotondata (io a dire la verità mi stavo fumando un “Piramide”, per nulla arrotondato, ma cascasse il cielo se mi ricordo come si chiama ‘sta càspita di “imboccatura” del sigaro), si inizia l’accensione, preceduta da un lento ed accurato riscaldamento. È una convenzione non scritta: tanto più piacevole è il contesto, tanto più certosina è la procedura di “warm up”.

Ed è stato in questo momento, nella atmosfera sospesa di quell’ambiente favorevole, che una cara amica, rompendo il silenzio fatato che accompagna l’intervento, disse: “Yo quisiera ser tratada como un puro!”, così significando il desiderio, proprio di qualsiasi donna, di ricevere dal proprio uomo una quantità di attenzioni, sguardi, dolci carezze e tiepidi bacetti, prima di un soddisfacente, duraturo, rapporto. “Come vorrei, certe volte essere trattata come un Sigaro”.

Com’è vero! Noi fumatori, un po’ romantici, un po’ sognatori, dedichiamo grandi attenzioni alle nostre “creature” e senza volerlo certe volte simuliamo un po’ l’atto sessuale. Ma d’altra parte molti di noi si premurano di dedicare le stesse attenzioni alle nostre compagne anche se talvolta senza che ciò ci sia riconosciuto. Io stesso mi sento di non aver mai fatto torto a nessuna, tant’è vero che ho risposto: “Ma amore, più di una volta ho cercato di darti fuoco, ma non mi hai dato l’impressione di esserne molto entusiasta!”. Pazienza, non sempre le buone intenzioni vengono premiate … (Dario Nulli)

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Un bello speciale sui sigari…

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Puros & Impuros

Spesso siamo tornati sul discorso di quanto sia importante che il sigaro provenga da Cuba e in particolar modo dalla regione della Vuelta Abajo (a tal proposito leggete i precedenti articoli “Anatomia di un sigaro” e “Il fiore del loto….”) per far sì di poter essere chiamato con il nome di “puros”. Tuttavia catalogare tutto il resto dei sigari semplicemente come gli “Impuros” risulta un po’ troppo semplice e riduttivo, infatti anche tra quest’ultimi si trovano prodotti di diversa qualità. Tempo fa mi erano stati regalati due Davidoff (1 GRAND CRU No.5 & 1 GRAND CRU No.2) che avevo messo nel mio humidor ma ben separati dai miei “puros”. Qualche giorno dopo accesi il No.5 che ben presto buttai in quanto, in fase di fermentazione latente, aveva delle pesanti note di ammoniaca. Decisi allora di dimenticare la piccola parentesi degli “impuros”.

Lo scorso venerdì avevo voglia di farmi una fumata non troppo impegnativa e visto il GRAND CRU No.2 nascosto sotto nel fondo dell’humidor, decisi di riprovare. All’inizio ero piacevolmente sorpreso delle sensazioni che mi dava, ma mi aspettavo da un momento all’altro qualche brutta sorpresa. Debbo dire che forse ero un po’ prevenuto, ma alla fine mi sono ricreduto. Il Grande Cru No. 2 è un sigaro corposo e equilibrato. La proporzione alta di tabacchi di Ligero più forti nella miscela che viene dalla parte superiore della pianta di tabacco presta il Grande Cru N.ro 2 un flavour aromatico ed armonioso.Un sigaro di Davidoff con stile ed una grande tradizione.

GrandCru2

Davidoff GRAND CRU No.2 (Formato: corona,  lunghezza 14,2 cm, ring. 43).

Certo con questo articolo non ho pensato di equiparare minimamente gli “impuros” ai “puros”, ho voluto solo rendere giustizia ad un prodotto di buona fattura e onesta qualità, fatto in special modo per tutti coloro che non possono permettersi di gustare un Habanos originale! (gli Yankee)

Rimane il fatto che il tabacco cubano è il “tabacco cubano!”. Almeno fino a quando il caro Presidente Obama permetterà che arrivi anche in Europa.

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Questo proprio non ci piace…

Michael Jordan fuma sigari mentre gioca.

Michael Jordan è un grande campione dello sport. Tanti i giovani che lo ammirano come un esempio da seguire. Ma non la pensa così l’American Cancer Society che punta il dito contro un vizio del campione di pallacanestro: il fumo.43be93f8bdc327a0f9418b8d82804947_Jordansoftball La polemica riguarda proprio il suo vizio di fumare in pubblico quando gioca. Che Michael Jordan amasse fumare, era cosa risaputa. Il cestista americano ama farsi immortalare mentre è intento a fumare un sigaro. E questo ha fatto infuriare la American Cancer Society, l’associazione statunitense che lotta contro il cancro. La critica riguarda soprattutto un’immagine che sta circolando in rete e che mostra Michael Jordan mentre gioca a baseball. E fuma un sigaro. “Quando atleti di alto profilo mostrano in pubblico le abitudini dannose per la salute possono fuorviare i giovani che emulano tale comportamento“. Dobbiamo ricordare che i fumatori di sigari e pipa sono comunque ad alto rischio di sviluppare malattie tabacco correlate, incluse diverse forme di cancro. Sebbene per alcune di queste patologie il rischio sia minore rispetto ai fumatori di sigarette, in quanto legato alla tendenza dei fumatori di sigaro e pipa a non aspirare il fumo.

Il rischio di contrarre tali patologie aumenta con la quantità di tabacco fumata al giorno ed è maggiore nei fumatori di sigari che inalano il fumo. Questi ultimi presentano un rischio di sviluppare patologie molto simile a quello dei fumatori di sigarette.

Come ha scritto circa 200 anni prima della nascita di Cristo Yeshua ben Sira  nel libro del Siracide “In tutte le azioni sii moderato e nessuna malattia ti coglierà.”

Anche se ben sappiamo che come diceva Sant’Agostino “L’astinenza perfetta è più facile della perfetta moderazione” e noi aggiungiamo per le persone deboli. 

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Un Cohiba con Nonna Lucia

I cipressi che a Bólgheri alti e schiettiStatua_nonna
Van da San Guido in duplice filar,
Quasi in corsa giganti giovinetti
Mi balzarono incontro e mi guardar…
…Alta, solenne, vestita di nero
Parvemi riveder nonna Lucia:
La signora Lucia, da la cui bocca,
Tra l’ondeggiar de i candidi capelli,
La favella toscana, ch’è sí sciocca
Nel manzonismo de gli stenterelli,
Canora discendea, co ‘l mesto accento
De la Versilia che nel cuor mi sta,
Come da un sirventese del trecento,
Piena di forza e di soavità.

Perché Bolgheri, cosa centra Carducci e ancor di più un Cohiba con sua nonna Lucia. Il mistero verrà ora svelato ma non con l’intento di mandar di traverso un bicchiere di Sassicaia ai puristi del Sigaro Toscano che in questi magnifici luoghi organizzano corsi e degustazioni. Tutto è iniziato Venerdì scorso quando nel pomeriggio parto con la Famiglia al completo per trascorrere un week-end al Tombolo Talasso Resort a Marina di Castagneto Carducci in Toscana nella provincia di Livorno (www.tombolotalasso.it) Un posto molto bello dove trascorrere in pace e festeggiare con la mia adoratissima moglie Eleonora il nostro quinto anniversario di matrimonio e il secondo figlio. Tutto come da copione, se non per le nostre piccole pesti che ci hanno impegnato senza tregua e per un grave difetto organizzativo del Resort: l’assoluta mancanza di personale in un hotel a pieno regime e che registrava il tutto esaurito. Risultato di tutto ciò: camerieri disponibilissimi ma servizi “veloci” come le lumache, snervanti anche per chi come me ama il “lento fumare”. L’unico momento in cui tutto ciò è risultato vantaggioso è stato l’aperitivo del Sabato sera, solo con la mia famiglia nella terrazza sul mare, meravigliosa. Accendo un Cohiba Robustos che mostra carattere fin dalle prime boccate, perfetto. Uno dei pezzi migliori  della grande casa cubana che si sviluppa con facilità e sincerità come tutti i Robusto, donando un fumo pepato, acidulo, piacevolmente aromatico ma senza essere spigoloso e aspro. Il tempo di sorseggiare un prosecco e il sigaro va. La lunga attesa per l’aperitivo sul terrazzo mi ha permesso di degustare il puros fino alla fine e senza sentire le solite proteste di mia moglie. Ma Carducci e…Bolgheri e…Nonna Lucia? Ok pazientate. La sera a cena mi faccio consigliare dalla persona dello staff più disponibile, il Signor Leonardo, che saluto peraltro con affetto, su un posto dove mangiare toscano l’indomani.gallery01 E lui senza tentennare: “Osteria Magona” a Bolgheri.
Bolgheri è un paese meraviglioso, piccolo. Ottimi gli antipasti, la carne, i dolci e il servizio. E i primi piatti? Sicuramente superbi, ma non li abbiamo assaggiati. Vino un rosso Castello di Bolgheri del 2005.Buona bottiglia. Con la pancia piena usciamo dal locale. Pochi metri e notiamo delle panchine. Il piccolo doveva essere allattato. Ci fermiamo all’ombra. Accendo un Cohiba Maduro 5 Secretos e mi accorgo di essere osservato da una statua, seduta come me in mezzo alla piazza…alcuni minuti di riflessione o meglio, leggo qualche cartello, e scopro che la Signora in questione era Nonna Lucia, la Nonna di uno dei nostri più grandi poeti.pt_3906.jpeg Il Secretos, (Reyes 110×40 ) è il piccolo della famiglia dei Maduro 5: la sua intensità si esprime fin da subito è un sigaro fruibile a qualsiasi ora e in qualsiasi ritaglio di tempo, visti i tempi brevi di fumata ( 40-45’). E’ il più pungente e forte sulla lingua, con carattere piccante e accenti di caffè e cioccolato tostati.
Sapete cosa mi ha impressionato oltre alla mia profonda ignoranza, lo sguardo della vecchina. Il suo sguardo sembrava rimproverarmi…rimproverarmi perché almeno in quell’occasione mi avrebbe, probabilmente, voluto vedere fumare un Toscano.
Scusami ancora signora Lucia pensavo di ingannarti con il piccolo sigaro della serie Maduro 5, quello, che almeno per il colore…e solo per quello, assomiglia di più ad un Toscano.
L’inganno c’è sempre e per fortuna si vede…dopo!

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Rolled with love

La BBC, nel riportare i risultati di una ricerca recentemente compiuta a Cuba, riferisce che il segreto di una lunga vita per i molti centenari della provincia di Villa Clara consiste nel notevole consumo di sigari e caffè, abbinato a una grande attività sessuale. Occorre però precisare che il consumo di alcool tra i vegliardi è risultato piuttosto basso. Della popolazione cubana di 11,2 milioni di persone, circa tremila hanno più di cent’anni. (Fonte) L’atto del fumare dal punto di vista simbolico è di chiara origine sessuale, legato al desiderio fisico ed alla soddisfazione di questo. La sigaretta o il sigaro vengono considerati simboli fallici anche per i gesti e le intenzioni che ad essi si accompagnano e che offrono un parallelismo straordinario con il rapporto sessuale. Gli psicologi sostengono che la dipendenza dal fumo ha le sue origini nel piacere sessuale orale di derivazione infantile, fatto stà che già nel diciannovesimo secolo, il connubio sesso/tabacco è presente nelle bellissime etichette decorate dei cigar box, il tabacco insomma è stato un apripista per una comunicazione più spregiudicata, in anni quelli del periodo vittoriano caratterizzati da un forte puritanesimo nei costumi sociali. Nessun’altro prodotto ha fatto un così massiccio utilizzo di immagini erotiche accompagnate quasi sempre da un certo esotismo multietnico. Recentemente ci siamo imbattuti in uno spot che conferma una tradizione: da sempre il sesso viene utilizzato per vendere il tabacco. Ma attenti è un po’ spinto: http://www.scaryideas.com/content/1390/

Come abbiamo visto il web è pieno di video istruttivi, quindi per imparare qualcosa di nuovo, un istruttore carismatico è proprio quello che fa per voi. E se le istruzioni su come tagliare un sigaro vi vengono date da una pornostar del calibro di Aria Giovanni, scoprirete che fumare sigari è davvero molto sexy.

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SIGARO (Gerardo Genovese)

Come un sigarofumo

mi accendo e mi spengo

una boccata

un fantasma di fumo

inconsistente,

profumo penetrante.

Un pensiero perso nel vuoto

un perché senza ritorno

un passaggio di memorie

clandestino questo denigrare…

L’ultimo sorso, ultimo, boccone

amaro

di un anno corsaro.

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Laboratorio sensoriale (la degustazione)

Se è vero che tutti i sigari finiscono in fumo (e in cenere) è anche vero che non si tratta sempre della stessa cenere e dello stesso fumo.

Per degustazione si intende generalmente un procedimento di valutazione organolettica di un prodotto. Affinché la degustazione possa fornire risultati confrontabili tra loro, anche se eseguita su prodotti diversi in tempi diversi da diversi valutatori, è necessario stabilire i parametri da valutare, le regole per valutare i singoli parametri e la scala di valori da attribuire ad ogni parametro.

3bcfb6dd4ece0d23de5b621b16ba5fc2Esistono due scuole di pensiero nella degustazione, quella cubana, per la quale il sigaro sa semplicemente di tabacco e quella europea-americana, che invece applica ai sapori riscontrati le stesse analogie che si trovano nella degustazione dei cibi e dei vini. La seconda scuola fornisce descrizioni del sigaro particolarmente approfondite, che mirano a descrivere nei dettagli tutti i sapori percepiti: a tal proposito sono state create schede di degustazione, che forniscono al fumatore uno spunto per una fumata più consapevole.

E’ bene avere una scheda personale di degustazione. Questa azione vi permetterà di rivivere e ricordare le sensazioni provate durante la degustazione.

 

Nella prima parte potete inserire una serie di informazioni per catalogare il sigaro prescelto: Marca e Nome, Formato, Provenienza, Luogo, Data e Ora di Degustazione. Continuate con un’analisi del colore della capa. Toccando il sigaro potrete scoprire altre caratteristiche, come la sensazione che essa dà toccandola: è secca, vellutata o grassa? La compattezza del corpo si avverte comprimendo il sigaro tra l’indice e il pollice. Se avrete una sensazione di resistenza, significa che il corpo è serrato, a causa di un cattivo arrotolamento (troverete poi che anche il tiraggio sarà difficoltoso), se comprimendo avrete la sensazione che manchi del ripieno, dovrete catalogarlo come molle (anche questo è un difetto di costruzione, infatti questo tipo di sigaro brucerà molto in fretta).

Inizia a questo punto la vera e propria analisi degustativa, dopo aver tagliato la testa del sigaro ed aver effettuato dei tiri a crudo, cioè a sigaro spento. Se chiuderete gli occhi e proverete a concentrarvi sulle sensazioni gustative che ne riceverete, riuscirete a riconoscere alcune note aromatiche : ad esempio, miele, muschio, muffa e via assaporando. Un sigaro si fuma per terzi (molti dicono per quarti): il primo terzo è solitamente leggero e poco incisivo, è importante perché prepara il fumatore ad assaporare il secondo terzo che è quello che rivela il valore del sigaro. L’ultimo terzo è solitamente più forte ma classifica la fumata e la imprime nei nostri ricordi, è come il bacio passionale con cui salutiamo la donna di cui siamo innamorati e come in questo caso spesso alla fine dell’ultimo terzo siamo dispiaciuti e non vorremmo abbandonarlo nel posacenere. Il tiraggio stabilisce la resistenza offerta dal sigaro all’aspirazione: è corretto, troppo aperto o faticoso.

Con il termine combustione si indica invece il modo in cui brucia il sigaro: corretta, se il piede brucia in maniera uniforme, irregolare, se brucia lateralmente o solo all’interno o all’esterno, oppure difficile, se si spegne spesso. Per equilibrio si intende il giusto bilanciamento tra tutti gli aromi che emergono durante la combustione, per evoluzione si indica invece la gamma di aromi. Per forza la pesantezza della fumata.

Di seguito un link ad una scheda di degustazione della Cigar Association che ci sembra completa  http://www.cigarassociation.it/public/scheda.pdf

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Due grandi “Montecristo”

Dopo lunga assenza torno a parlare di degustazioni. Questo articolo riguarda le ultime due degustazioni che ho fatto insieme al mio fratello di Habanos Paolo e che ringrazio ancora per l’onore di avermi scelto come padrino di battesimo del piccolo “Alessandro”.

La prima fumata, di giorno in riva al mare di Ostia, è stata quella del Montecristo “Especiales ” (vitola “Laguito n°1, Lunghezza 192 mm Cepo 38) di cui abbiamo immortalato alcuni momenti.1 Devo dire che come amatore ho ancora molto da imparare su questo formato (già decantato da Paolo in un precedente e più specifico articolo), ma pur fumandolo per la prima volta mi ha dato una grande soddisfazione per diversi motivi. E’ certamente una fumata impegnativa ma molto piacevole, per essere un sigaro davvero lungo scorre facilmente e con una apprezzabile evoluzione.

Sicuramente una condizione determinante per apprezzare il Montecristo “Especiales ” è il tiraggio, infatti PaoloDSC_2842 mi raccontava che fumando l’analogo formato di Cohiba aveva notato una certa debolezza nella portata del fumo che arrivava in bocca e aveva imputato il problema, oltre alla lunghezza del sigaro, anche  ad un tiraggio non perfetto.  In questo caso invece il tiraggio era impeccabile e il fumo più ruvido dei Montecristo compensava la portata ridotta che un formato così lungo può presentare.

La qualità del prodotto può essere testimoniata anche dalla cenere “bianca” (ricca in Potassio). DSC_2846L’ Especiales pur non presentando una evoluzione particolarmente marcata esprimeva fin dal primo terzo note di cuoio, cacao, e legno che mano a mano viravano decisamente verso note di terra e più raramente anche di pepe, senza mai esagerare.

Anche questo elegantissimo sigaro ha lasciato il segno e di sicuro ritornerà protagonista di nuove degustazioni.

La seconda degustazione ha riguardato invece il Montecristo N°4 (vitola “Marevas”, Lunghezza 129 mm Cepo 42). Fu il sigaro in assoluto preferito e più fumato da Ernesto Che Guevara, sebbene egli fosse asmatico e soffrisse di problemi respiratori. E’ da molti anni il più venduto avana al mondo e molti neofiti iniziano proprio da questo sigaro la loro passione per gli Habanos. La fumata, prima di cena,  è stata di circa un’ora e mi ha piacevolmente sorpreso come questo “sigaro commerciale” sia sempre un grande Habanos. Pur non avendo una grande evoluzione  e una cenere non certo molto chiara, esso è amabile, con spiccate note di nocciola specialmente nel secondo ed ultimo terzo. Buono il tiraggio (anche se Paolo non può dire lo stesso del suo che aveva qualche problemino) è un sigaro per tutte le occasioni e che certamente, pur non essendo di certo un prodotto eccelso, lascerà sempre un ottimo ricordo. L’unica cosa che non capisco è cosa ci trovasse di speciale “El Che” in questo sigaro, quando avrebbe potuto avere cose ben più prelibate da fumare. Mah.

monte_no4

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